Da 21,5 miliardi euro del 2012 a poco più di sette di oggi. I depositi russi nelle banche di Cipro sono calati, e non solo a causa della crisi finanziaria dell’isola, con il prelievo forzoso del 2013. Ma anche per il mutarsi di condizioni legate alla geopolitica e alle nuove partnership: così la strategia di Mosca si orienta su altri mercati come Cina, India, Medio Oriente e Africa.
QUI CIPRO
Secondo quanto sostenuto dal presidente dell’Associazione dei dottori commercialisti di Cipro (Icpac), Kyriakos Iordanou, i cittadini stranieri non comunitari (per lo più russi) hanno ridotto i loro depositi in conformità con gli ultimi dati ufficiali della Banca centrale. Al momento vi sono sull’isola solo il 15% di depositi non europei. Lo ha messo nero su bianco il ministro cipriota delle Finanze, Harris Georgiades, secondo cui il modello economico di Cipro è cambiato anche in considerazione al numero delle società fittizie presenti.
Come riferito a Bloomberg dall’ex dirigente di Gazprom, Alexander Ryazanov, già deputato alla Duma e attivo a Cipro in compravendite immobiliari, le banche cipriote ora richiedono una maggiore burocrazia quando si tratta di instaurare nuovi rapporti bancari, per cui oggi risulta più difficile fare ciò che si faceva fino a cinque anni fa.
GAS
Inoltre cinque anni fa non era ancora stata definita la nuova mappa del gas nel Mediterraneo orientale, che invece adesso sta guidando l’intera politica del mare nostrum.
Proprio in questi giorni sono state completate nel blocco 10 le attività di perforazione di ExxonMobil e Qatar Petroleum nel giacimento Delphine-1, ma gli annunci sui risultati saranno rimandati al termine delle perforazioni del secondo giacimento Glafcos-1, come sottolineato dal ministro dell’Energia, George Lakkotrypis. Gli americani stanno impiegando dallo scorso 16 novembre la nave di perforazione di ultima generazione, Stena Icemax, per via delle maggiori performance che assicura.
La contingenza del gas, di contro, se da un lato ha inasprito i rapporti con la Turchia che continua ad avanzare pretese su quelle acque, dall’altro potrebbe sbloccare l’atavica questione delle trattative sulla riunificazione di Cipro.
Sul punto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha detto che Ankara non è contraria alle attività di perforazione nel Mediterraneo orientale: “Anche noi stiamo iniziando a perforare al largo delle coste di Cipro. La stabilità della regione è importante per noi. Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi ma i diritti di Cipro nord devono essere garantiti e protetti”.
TREND
Ma cosa c’entra il gas con le dinamiche bancarie? In primo luogo il dossier legato ai nuovi gasdotti, il Tap e l’Eastmed, porterà vantaggi a tutti i Paesi coinvolti. L’Egitto può stimolare la sua economia che in questi anni si sta indirizzando su una strada di ripresa. Israele può così bypassare l’embargo arabo sui prodotti petroliferi e avviare una cospicua esportazione verso i Paesi dell’Ue.
Cipro diventa il nuovo gas-hub sfruttando non solo la presenza dei giacimenti, ma anche la sua posizione di “benzinaio naturale” nel Mediterraneo al pari della Grecia: infatti da Creta passerà il primo tratto dell’Eastmed per poi proseguire verso l’Italia.
L’intero business legato ai nuovi gasdotti si intreccia con l’esigenza europea di diversificare gli approvvigionamenti energetici, mossa che è sostenuta dagli Usa. Le nuove partnership quindi potranno svolgere un ruolo diverso anche nella definizione di strategie e affari.
SCENARI
Si registra in questi mesi una intensa attività russa mirata al continente africano, che in qualche modo “giustifica” il disimpegno da Cipro. Mosca è in procinto di realizzare un nuovo polo militare in Zimbabwe, con l’obiettivo di migliorare la capacità di raccogliere informazioni a quelle latitudini, che si somma all’intenzione di intensificare i rapporti economici, militari e commerciali anche con altri Paesi come Eritrea e Somalia. Con il governo etritreo la Russia ha raggiunto un accordo lo scorso settembre che sarà applicato nel 2019 per una base logistica.
Anche con l’India la Russia sta intensificando i rapporti: consegneranno infatti a breve i nuovi sistemi di difesa aerea S-400, con la prima tranche prevista nel prossimo ottobre e l’ultima entro il 2023. Una cooperazione bilaterale di cui proprio in queste ore hanno discusso i due capi di Stato, Modi e Putin, definendo la cooperazione tecnico-militare un “pilastro” della partnership, che “vanta una lunga storia di reciproca fiducia e reciproco vantaggio”.
Infine la Cina, con cui la Russia ha ormai un link solido e in continua evoluzione: tra l’altro il presidente cinese Xi ha conferito recentemente a Putin la “Medal of Friendship” in Cina, definendolo il suo “migliore amico intimo”.
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