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Elezioni in Ucraina, così Tymoshenko spacca il panorama geopolitico

Tymoshenko

Sarà candidata alle elezioni presidenziali in Ucraina del prossimo 31 marzo Yulia Tymoshenko, l’ex primo ministro data dai sondaggi in testa rispetto al presidente Petro Poroshenko, che però ancora non ha sciolto le sue riserve.

Un nome che spacca, anche la geopolitica, quello della pasionaria che salì alla ribalta delle cronache mondiali in occasione della rivoluzione arancione del 2004: oltre alla campagna elettorale, ecco che sul “piatto ucraino” si troveranno assieme il dossier energetico, l’alleanza con la Nato, i rapporti controversi con Mosca e il suo passato.

URNE

Tymoshenko in una telefonata ha annunciato di voler “usare tutti i miei contatti e di mettere in moto tutto il mondo, così che della Russia non resti nemmeno un pezzo di terra bruciata”. Ma ha accusato il servizio di intelligence nazionale russo FSB di aver manipolato un passaggio della conversazione particolarmente drastico.

Ad esempio, non avrebbe chiesto l’estinzione degli otto milioni di russi presenti in Ucraina con l’aiuto delle armi nucleari, ma ha semplicemente chiarito che “i russi in Ucraina sono ucraini”. Insomma, il clima è già quello di schermaglie e accuse, a testimonianza di come il passaggio elettorale di marzo sarà molto delicato, con riverberi e possibili reazioni internazionali.

Prima di Tymoshenko era stato l’attore Volodymyr Selensky ad avanzare la propria candidatura alle presidenziali. Ma è chiaro che sarà attorno alla donna definita, da più parti, “di successo e di carriera” che si srotolerà la massima attenzione politica e mediatica.

YULIA

Una figura molto controversa quella della pasionaria Yulia. “Nata” politicamente in occasione della Rivoluzione Arancione nel 2004, dapprima si schierò con il futuro presidente Viktor Yushchenko. Arrestato nel 2011 per abuso d’ufficio (in relazione a un accordo sul gas con la Russia e condannata a sette anni di reclusione) lasciò il governo, ma vi ritornò nel 2007 come Primo ministro e rimase in carica fino al 2010. Poco dopo, fu sconfitta alle elezioni presidenziali da Yanukovich. Nel febbraio 2014 fu rilasciata a seguito della rivoluzione in Ucraina.

Ha destato scalpore una sua intercettazione telefonica in cui, a proposito delle mosse di Vladimir Putin in Crimea, diceva di essere pronta a “prendere una mitragliatrice e sparare un proiettile in testa a quel bastardo”.

I suoi destini sono intrecciati a due nomi significativi della politica ucraina: Viktor Yushchenko e Pavel Lazarienko.

Quest’ultimo è stato il primo ministro grazie al quale Yulia ha avuto accesso ad una serie di dossier legati agli idrocarburi, importati da Russia e Turkmenistan. Con Yushchenko invece il sodalizio è molto datato nel tempo. Assieme hanno guidato la rivoluzione arancione, provando a spodestare Yanukovich.

TEMI

Secondo un sondaggio realizzato in dicembre dalla Ilko Kucheriv Democratic Initiatives Foundation, in collaborazione con il think tank Razumkov Tymoshenko sarebbe in testa con il 16%, seguita al secondo posto da Poroshenko fermo al 13,8%.

“Un grande paese è il mio obiettivo, dal quale non voglio fare un passo indietro, ecco perché oggi sono candidata alla presidenza”, ha detto Tymoshenko davanti ai suoi sostenitori riuniti al palazzetto dello sport di Kiev.

Ha aggiunto che le sue priorità di politica estera saranno l’integrazione dell’Ucraina nell’Ue e nella Nato, un doppio passaggio che nelle intenzioni dovrebbe sostenere Kiev nel resistere all’aggressione russa: “Dobbiamo diventare membri della Nato fin da subito e non abbiamo il tempo di esitare”, ha detto. E in primo piano torna la sua volontà di costringere la Russia a risarcire l’Ucraina per l’annessione della Crimea e la rivolta separatista sostenuta dal Cremlino nell’est del paese.

OMBRE

Non mancano le ombre sulla sua carriera, che sono state condensate nel volume di Ulderico RinaldiniJulija Tymošenko – La conquista dell’Ucraina” (Sandro Teti Editore), con l’introduzione di Alessandro Politi, corredato da alcune interviste realizzate a Kiev nell’estate del 2013. Un libro che in quei giorni complicati per l’Ucraina e per i suoi leaders, tentò di rispondere ad una serie di quesiti: chi è veramente Yulia Tymoshenko? Quali sono le reali motivazioni che l’hanno condotta in carcere? Che ruolo hanno giocato il business del gas e gli intrecci legati alla geopolitica?

La principale critica che le viene mossa in queste prime battute di campagna elettorale risiede nella portata delle sue promesse. Ha annunciato di voler aumentare gli stipendi e le pensioni di 3,5 volte durante il corso della sua presidenza, aggiungendo la sua intenzione di voler modificare la politica della banca centrale per fornire prestiti a basso costo alle piccole imprese e mutui ai lavoratori.

Tutte promesse economiche che però, almeno al momento, sarebbero incompatibili con i parametri dell’accordo in atto con il Fondo Monetario Internazionale.

twitter@FDepalo

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