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Forza Italia corre un rischio nel prendere le distanze dalla Lega in tema di immigrazione

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“47 nuovi immigrati che si aggiungono ai più di 600mila che abbiamo oggi sul territorio del Paese non cambiano nulla. Se fosse mia responsabilità, li farei senza dubbio sbarcare”. Queste le parole di Silvio Berlusconi sulla vicenda della Sea Watch, da giorni al largo delle coste Italiane con un gruppo di migranti provenienti dalla Libia. Parole alle quali si aggiunge la decisione della deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo di salire a bordo della nave, insieme ad altri parlamentari, per manifestare solidarietà ai migranti e dissenso sulla gestione della vicenda da parte del governo: una decisione assunta a titolo personale, secondo Tajani, ma che comunque rappresenta una presa di distanza dalla linea del governo sull’immigrazione, e che è stata corroborata dalle dichiarazioni del commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, aspramente critiche verso Salvini e la gestione della Sea Watch. I rapporti tra Forza Italia e Lega, in materia di immigrazione, stanno diventando tesi e si assiste a un progressivo scollamento del centrodestra su uno dei temi fondamentali dello scenario politico. Quali le motivazioni? Quali le prospettive?

Il partito di Berlusconi ha appoggiato il governo Renzi e, con esso, una politica dell’immigrazione fondata sull’accoglienza. Dopo il tramonto del patto del Nazareno, ha progressivamente modificato la posizione, senza tuttavia assumere una linea “dura” contro l’immigrazione di massa e irregolare, anche in relazione a una prudente attenzione nei confronti del voto cattolico. All’esito delle elezioni, ha dovuto prendere atto che una quota significativa dei suoi voti sono andati alla Lega, anche in relazione a una accentuata preoccupazione sul tema immigrazione, non adeguatamente recepita dal partito di Berlusconi. Ciò nonostante la linea del partito non è mutata, continuando ad esprimersi a favore di un contenimento dei flussi migratori ma in termini moderati, alla ricerca di una mediazione tra fermezza e solidarietà. Ed ora, in prossimità delle elezioni europee, la questione immigrazione riemerge prepotentemente e il partito azzurro appare alla ricerca di uno spazio politico: occupare l’area moderata di centrodestra, emarginando la Lega all’estrema destra e attraendo i voti cattolici. Per realizzare tale progetto deve ribadire fermezza sul tema dell’immigrazione ma nel contempo sostenere la solidarietà, prendendo le distanze dalle determinazioni del governo che possono ledere la sensibilità umanitaria, in particolare dei cattolici. E la vicenda della Sea Watch è adatta allo scopo.

Se l’analisi è corretta, Forza Italia si muove su un confine sottile, tra la possibilità di attrarre nuovamente a sé una quota significativa degli elettori di centrodestra, composta da moderati e cattolici, critici sugli aspetti più ruvidi della gestione dell’immigrazione; e il rischio di assumere una linea ondivaga e incerta, tale da non consentire un recupero di voti o addirittura di provocare una perdita. In ogni caso con possibili tensioni per i rapporti con la Lega, sia a livello locale che in prospettiva nazionale. Bisogna quindi chiedersi se la linea che sta emergendo nel partito azzurro abbia un effettivo potenziale elettorale, in termini sostanziali e di strategia comunicativa.

Al riguardo, va preso atto che l’immigrazione mette in gioco equilibri identitari e socioeconomici, toccando corde profonde dell’animo dei cittadini. Alcuni rispondono privilegiando gli aspetti umanitari e morali: sono gli elettori che guardano a sinistra, in nome della solidarietà verso i deboli e di un nuovo ideale del fronte progressista; elettori sui quali Forza Italia può avere una presa debole. Altri fanno prevalere la preoccupazione per gli interessi particolari e nazionali, e a volte la paura: sono gli elettori di centrodestra, alla ricerca anche di sicurezza e stabilità, ai quali si rivolge prioritariamente il partito di Berlusconi.

Ora, per la quota laica degli elettori di centrodestra, bisogna tener conto del largo consenso che riscuote la gestione leghista dell’immigrazione, per quanto indicano i sondaggi: questo significa che una posizione critica di Forza Italia su tale gestione potrebbe non essere apprezzata nelle urne. Diversamente, per i molti elettori cattolici del centrodestra si presentano delle opportunità: la parte di loro maggiormente sensibile ai valori umanitari e solidali, in coerenza con le posizioni dei vertici ecclesiastici, può condividere una presa di distanza dalle posizioni leghiste e premiare conseguentemente Forza Italia; mentre la quota dei cattolici di centrodestra che non segue le indicazioni provenienti dai vertici ecclesiastici, può dissentire da posizioni più “aperturiste” sul tema immigrazione, poiché interpreta diversamente la solidarietà e la compassione verso i migranti, ritenendo che tali valori non possano essere assoluti, ma debbano essere declinati in funzione di flussi migratori di massa e irregolari, quindi nei limiti in cui non ledano fondamentali valori e interessi personali e della nazione.

Tali considerazioni portano a ritenere che uno spostamento al centro di Forza Italia sul tema immigrazione abbia potenziale elettorale solo per una parte dei cattolici moderati e comporti conseguenze problematiche sul piano dell’immagine e della sostanza dell’unità di intenti del centrodestra, specie in prospettiva di un possibile governo futuro. Il che evidenzia una debole opportunità connessa a tale posizione. Tanto più che ben altro potenziale elettorale è disponibile per il partito di Berlusconi: gli elettori di centrodestra delusi da una politica economica del governo che non ha mantenuto le promesse sul piano della riduzione delle tasse, dell’aiuto alle imprese e del sostegno alla domanda; e critici rispetto a molti provvedimenti voluti dai 5 Stelle ma accettati dalla Lega.

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