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Vi spiego perché il governo andrà avanti senza rotture. La versione di Morelli (Lega)

Quota 100 e reddito cittadinanza? “Una vittoria degli italiani“. Il governo? “Durerà cinque anni“. La Tav? “Alla fine si farà“. Parola del deputato della Lega e uomo forte di Matteo Salvini a Milano e in Lombardia Alessandro Morelli, che a Montecitorio presiede la Commissione Trasporti. In questa conversazione con Formiche.net Morelli ha fatto il punto della situazione sugli equilibri del governo e sui fascicoli più importanti che la maggioranza si trova a dover gestire in questa fase: dalle due misure economiche varate giovedì dall’esecutivo – appunto, quota 100 e reddito di cittadinanza – fino al nodo infrastrutture su cui Lega e MoVimento 5 Stelle, come noto, hanno un’impostazione, anche culturale, profondamente diversa. Fino alla sicurezza e alle prossime elezioni, a cominciare da quelle in programma in Abruzzo e Sardegna per arrivare al grande appuntamento con le europee di maggio.

Morelli, iniziamo da quota 100 e reddito di cittadinanza. Soddisfatto?

E’ una vittoria innanzitutto degli italiani che con il voto del 4 marzo avevano espresso alcune chiare indicazioni. La Lega si era subito spesa sul tema dell’immigrazione e del blocco dei porti e adesso siamo arrivati alle questioni economiche più importanti: quota 100 e reddito di cittadinanza, che sono appunto due delle fondamentali richieste avanzate dagli italiani con il loro voto.

Però c’è chi dice che alla fine queste misure siano molto meno complete di quanto non fosse stato promesso in campagna elettorale. Come risponde?

Che il governo durerà cinque anni e che l’anno scorso tutto questa non c’era. Il nostro obiettivo chiaramente – come avevamo dichiarato in campagna elettorale – è smontare un pezzo alla volta la legge Fornero. Questa quota 100 è un primo passo per arrivare al risultato finale.

E del reddito di cittadinanza che ne pensa? Come noto si tratta di una misura bandiera del movimento 5 stelle non pienamente in linea con la tradizione leghista. 

Speriamo possa far crescere la domanda interna la cui mancanza è indubbiamente un problema. I cinquestelle l’hanno proposto fortemente in campagna elettorale e hanno raccolto consensi su questo: giusto che ora il governo l’abbia varato. Noi pensiamo che la priorità siano il taglio della burocrazia e la riduzione delle tasse, con l’ inizio del percorso della flat tax per le partite Iva che gli permette di pagare solo il 15% di tasse. Ma anche redistribuire un po’ di soldi e dare risorse alle fasce più deboli è nei nostri auspici una cura a questa situazione economica complessa.

Lei ha detto che il governo durerà cinque anni. Ne è sicuro? L’impressione è che vi sia un crescente grado di litigiosità all’interno della maggioranza che sostiene il governo. 

Andremo avanti perché il contratto di governo è di ampio respiro e con obiettivi molto importanti da realizzare nel medio-lungo termine. E’ evidente che le proposte approvate in questi giorni rappresentino primi passi verso risultati impegnativi da raggiungere. Siamo convinti di farcela, come sta già accadendo, ad esempio, sul versante della lotta all’immigrazione clandestina e della sicurezza.

Però ci sono temi sui quali le vostre visioni appaiono quasi diametralmente opposte. Ad esempio sulle infrastrutture. Come riuscirete a conciliarle?

Che ci siano argomenti evidentemente divisivi è chiaro a tutti. Ma c’è il contratto di governo che per la prima volta dopo 70 anni di vita repubblicana permette a tutti i cittadini italiani di vedere quali sono gli obiettivi comuni del governo. Discutere è anche segno anche di maturità politica e intelligenza, l’importante è che alla fine si trovi una quadra. Come è peraltro già accaduto in vicende molto complesse.

Ma cosa potrebbe succedere se il voto delle europee confermasse gli attuali sondaggi, con un rapporto di forze tra voi e il movimento in pratica completamente invertito rispetto alle elezioni dello scorso 4 marzo?

Iniziamo con il dire che le europee saranno le elezioni della possibile svolta: se la Lega, come noi ci auguriamo, riuscirà a prendere un mare di voti, potremo finalmente cambiare questa Europa che così non ci piace. Ma dei sondaggi mi fido poco, per me conta quello che si percepisce nel Paese e tra le persone. E anche in questi giorni in Sardegna Matteo Salvini è riuscito a riempire piazze di solito off limits per i politici.

Appunto, se la fotografia dei sondaggi fosse confermata il governo non rischierebbe comunque?

Rimaniamo alla realtà di oggi. Anche in queste ore la maggioranza è compatta sulla legittima difesa, andiamo avanti così. Peraltro le forze parlamentari, pure dopo il voto per le europee, rimarranno le stese. E’ evidente comunque che la Lega stia facendo un lavoro enorme al governo e in termini di consenso nel Paese.

Prima abbiamo accennato al tema infrastrutture. Come finirà, a suo avviso, con la Tav? Si farà oppure no?

Finirà che la Tav si fa perché è cosa buona e giusta e perché guarda allo sviluppo non solo dell’Italia ma anche dell’Europa. Rimanere collegati con le infrastrutture intermodali che collegheranno il sud Europa con il resto del continente e con l’Asia è fondamentale per noi. Capisco alcuni dubbi degli amici del cinquestelle rispetto a un’opera progettata anni fa. Per questo credo si debba verificare, nel caso, quale sia il modo migliore per aggiornarla. Una volta fatto ciò però, la Tav va realizzata.

Quindi Morelli la Tav si farà ma, eventualmente, con qualche modifica rispetto all’attuale progetto? 

Esattamente, non siamo solo noi a volerlo ma gli italiani che in grande maggioranza sono favorevoli. La piazza di Torino della scorsa settimana era eterogenea e larga: non c’erano le cosiddette truppe cammellate dei partiti o dei sindacati ma persone che autonomamente e spontaneamente hanno deciso di condividere una presa di posizione forte rispetto a una necessità che non è solo di Torino o del Piemonte ma di tutto il Paese.

Ma se i cinquestelle dovessero impuntarsi cosa accadrebbe?

Anche su altre questioni sono passati da posizioni di rottura tipiche dell’opposizione ad approcci ragionevoli. Quando si sta al governo si devono fare le cose. Bloccare lo sviluppo del Paese e la realizzazione di un’arteria così importante per tutto il continente europeo sarebbe veramente anacronistico.

In conclusione, con quale spirito vi approcciate alle prossime elezioni, a partire da quelle regionali per proseguire con le europee?

Con lo spirito della vittoria: Matteo Salvini ha un’energia tale che riesce a infondere a tutti noi e agli elettori una grandissima voglia di fare.

E cosa ne pensa di Silvio Berlusconi che ha annunciato di volersi candidare alle europee?

Alle europee, con il proporzionale, ogni partito – mi permetta il gioco di parole – farà la sua partita. A Forza Italia e a Silvio Berlusconi faccio i miei migliori auguri. Certo, in un momento nel quale c’è un governo con l’eta media tra le più basse della storia – con un vicepremier di 32 anni e un altro di 45 – la sua scelta mi sembra pienamente coerente con il momento storico…

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