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Moavero verso Washington per “intensificare le relazioni” tra Italia e Stati Uniti

Arriva oggi, 3 gennaio, il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi a Washington, dove, in una due giorni di visita, prenderà parte a svariate riunioni, a cominciare da quella al Dipartimento di Stato, con il segretario Mike Pompeo. Il capo della diplomazia italiana, dopo aver visto il suo omologo americano, si sposterà alla Casa Bianca, per un meeting con il consigliere per la Sicurezza Nazionale, John Bolton, e successivamente a Capitol Hill, dove – nel mezzo della crisi politica collegata alla shutdown – vedrà alcuni congressisti.

Dalla Farnesina spiegano che la visita del ministro italiano “farà il punto sui numerosi profili attinenti alle articolate relazioni bilaterali tra i due Paesi”. Le relazioni tra Washington e Roma viaggiano sull’onda di un’empatia personale creatasi tra il presidente, Donald Trump, e il premier, Giuseppe Conte. Temi come la sicurezza globale, la situazione nell’area del Mediterraneo, l’impegno per la stabilizzazione della Libia, il percorso di pace nel Medio Oriente, la crescita economica e sociale in Africa, i rapporti politici, economici e commerciali transatlantici, sono considerati al centro delle argomentazioni e rappresentano punti di contatto continuativi nei rapporti reciproci.

Il ministero italiano specifica che queste relazioni sono da sempre “fondate su una lunga tradizione di forte, leale amicizia”, che è probabilmente uno dei punti chiave per costruire un rapporto con la Casa Bianca di Trump: la lealtà. Roma sta lavorando con la Cina, che gli Stati Uniti hanno inquadrato come potenza rivale nel loro documento strategico nazionale; e lo stesso vale per la Russia, verso cui l’Italia è uno dei paesi europei più aperti. “Washington non vuole sorprese, e sul solco di quell’amicizia lascia spazi, ma vuole trasparenza e collaborazione”, ci spiega in forma discreta un funzionario italiano commentando in un flash la visita.

“L’Italia che sin qui ha goduto di una attenzione benevola da parte di Trump non si può fare illusioni. Come per l’Iran possiamo godere, pressoché unici, di uno sconto sui tempi (sei mesi nel caso delle sanzioni a Teheran), ma certo non possiamo proporci come alleati fidati e amici e poi disimpegnarci sul piano militare”, si scrive ne “Il Nocciolo”, l’editoriale d’apertura della rivista Formiche. E il punto riguarda anche i rapporti incrociati con l’Europa, sia di Washington che di Roma.

“Senza sponde a Bruxelles, l’Italia non può permettersi di rinunciare a Washington. Nessun pasto è gratis. L’uscita di scena di Mattis ci ricorda che il momento del conto si avvicina. Meglio prepararsi” – continua il pezzo che analizza le relazioni tra Usa/Italia partendo delle dimissioni del capo del Pentagono, James Mattis, arrivate in polemica con la decisione trumpiana di ritirare le truppe da Siria e Afghanistan (mossa che in realtà si allinea sul solco del disimpegno e riequilibrio da sempre pensato da Trump, e che riguarderà in senso generale anche la Libia).

L’Europa è troppo poco consistente in senso unitario per rappresentare di per sé un’alternativa, la Russia e la Cina – nonostante i venti anti-Usa che soffiano anche in Italia – non sono alternative strategiche, e per questo Washington è ancora il riferimento per Roma.

Il tema dell’Europa, connesso a quello di Mattis che la “teneva legata al rapporto transatlantico”, sono citati oggi anche in un altro editoriale, scritto da Franco Venturini per il Corriere della Sera. Secondo il fondista, Trump ha “messo in gioco gli interessi comuni” tra Stati Uniti e nazioni europee , “riproponendo in sostanza quell’allineamento subalterno dell’Europa che in altri tempi veniva giustificato dalla Guerra Fredda con l’URSS”. Per Venturini, il pericolo è che si perda man mano anche il concetto dei “valori comuni” (quelli che hanno costruito il blocco occidentale), “un tempo vero mastice dell’alleanza transatlantica”.

È in questo delicato quadro che si inserisce la visita di Moavero: un contatto continuativo con cui l’Italia mantiene viva la cooperazione e l’alleanza strategica con gli Stati Uniti e, come dice la Farnesina, “intende ulteriormente intensificare le sue relazioni”.


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