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Le quattro frecce all’arco dell’Egitto per il 2019

egitto

Un vademecum, finanziario, geopolitico e sociale, per sancire il distacco ufficiale del paese da un trend ormai passato. Il 2019 per l’Egitto si apre con una serie di dossier altamente significativi sul tavolo del governo, con riverberi precisi sia riguardo il proprio sviluppo (presente e futuro) sia sul proprio status di soggetto macroregionale accreditato.

Urge stabilità all’intera area, anche in virtù dei nuovi gasdotti che si affiancano a due casi complessi come Libia e Siria. Così l’Egitto può aspirare ad un ruolo diverso.

VEDEMECUM

Riforme, accordo con il Fmi, gas e sviluppo: sono i punti cardine delvademecum annunciato dal premier Madbouly, in occasione della terza conferenza annuale degli investitori della Mena, organizzata da CI Capital. C’è un intreccio di mosse e contingenze che parte dalla riduzione del debito, per proseguire sul libero accesso alla valuta estera, sull’accesso al credito per le pmi fino a nuove infrastrutture che saranno indispensabili per caratterizzare questa nuova fase.

Il governo guidato da Abdel-Fattah Al Sisi ha attuato con successo le riforme chiave avviate dal 2016, al fine di potenziare l’economia. Così come annunciato dallo stesso premier, l’intesa raggiunta con il Fondo Monetario Internazionale ha permesso al paese di ripristinare la stabilità del proprio mercato valutario, riducendo la burocrazia ed eliminando la carenza di energia.

TREND

“Come risultato della nostra strategia i principali indicatori macroeconomici sono migliorati, compresa la crescita del Pil”, inoltre l’inflazione di fondo è diminuita, le riserve internazionali nette sono aumentate e il disavanzo fiscale è migliorato, anche la disoccupazione è diminuita, “tutto ciò conferma che siamo sulla strada giusta”, ha osservato.

Ma cosa può portare una qualità di crescita che prima era impossibile? Secondo l’analisi del premier egiziano si tratta del primo passo verso “ulteriori misure di riforme” che andranno ad aggiungersi ai miglioramenti economici auspicati, con grande attenzione rivolta al settore privato, “ispirando un modello di crescita inclusivo” per soddisfare elevati standard di qualità, migliorando l’accesso ai finanziamenti per le imprese e sviluppare il mercato dei capitali.

“Continuare a costruire ponti di fiducia”, ha detto, lanciando così un messaggio all’intera macroregione anche su altri fronti.

SPORT

C’è anche lo sport ad affiancare la geopolitica: il ministero dello sport egiziano e la Federcalcio inglese hanno annunciato i preparativi per l’edizione 2019 della Coppa d’Africa, che si terrà in Egitto dal 15 giugno al 13 luglio. Secondo il presidente della Federcalcio egiziana, Hani Abu Rida, organizzare l’evento in soli tre mesi è un grande segnale di fiducia dato dalla Fifa anche per l’economia egiziana. Il primo ministro presiederà una commissione per facilitare il lavoro della federazione, che potrà contare su otto stadi e su molte strutture ricettive tanto al Cairo quanto ad Alessandria.

Sarà potenziata anche la rete, con il progetto di Liquid Telecom che mira a collegare le compagnie egiziane al resto dell’Africa grazie ad un investimento di 400 milioni di dollari per fornire all’Egitto una vasta rete in fibra ottica.

SICUREZZA

La Coppa d’Africa rappresenterà anche un bacino di prova per la sicurezza interna del paese, che è stata interessata da una decisione ad hoc di Al Sisi: per la settima volta il parlamento egiziano ha approvato il prolungamento di tre mesi dello stato di emergenza, già imposto a causa delle sfide di sicurezza che il paese arabo deve affrontare dal 2017, dopo il duplice attentato nelle chiese di Gharbiya e Alessandria. Secondo il decreto, il personale militare e di polizia potranno così disporre di misure straordinarie per affrontare il terrorismo.

Il presidente egiziano ha sottolineato più volte che il piano strategico dell’Egitto per i prossimi anni è quello di combattere il terrorismo e la minaccia dell’estremismo sia a livello nazionale che all’estero.

Infatti nel giugno scorso è stato istituito un centro antiterrorismo, dotato delle più avanzate attrezzature e tecnologie, frutto degli accordi Cen-Sad 2016 di Sharm El-Sheikh. Altra mossa in questo senso va ritrovata nell’esercitazione presso la base militare di Mohamed Naguib, che si è svolta dal 9 al 14 dicembre scorso, a cui hanno preso parte Sudan, Nigeria e Burkina Faso.

twitter@FDepalo

 

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