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La linea di Toninelli sulla Tav e la distanza (abissale) con la Lega

Ancora due settimane, almeno. Poi forse si conoscerà il destino della Tav. Per il momento sembra essere quello dello scontro in campo aperto con la Lega perché i segnali che annunciano tempesta ci sono tutti. A cominciare da quanto dichiarato ieri sera dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, nel corso dell’evento Protagonisti 2019, organizzato da Formiche. Il responsabile dei Trasporti (qui una recente analisi del coordinatore del pool analisi costi-benefici Marco Ponti) ha fornito una posizione dell’intero Movimento, chiara e lineare, che quasi non ammette ribattute.

“La posizione del Movimento e del ministero è molto chiara. Stiamo aspettando i risultati dell’analisi costi-benefici e una volta che li avremo ci siederemo al tavolo con la Lega per discutere. Ma deve essere chiaro: se l’analisi darà esito negativo, per il Movimento Cinque Stelle la nostra risposta alla Tav sarà no”. Risulta fin troppo evidente come la distanza con la Lega sia decisamente ampia.

E anche con le imprese, che hanno eletto la tratta Torino-Lione a emblema dello sviluppo (qui l’intervista di due giorni fa al vicepresidente di Confindustria, Licia Mattioli). Lo stesso Toninelli, questa mattina, ha nella sostanza ribadito il concetto espresso ieri sera a Formiche.net. Per il Movimento c’è solo un’analisi sui benefici o meno della Tav e non è quella della Lega, che tre giorni fa ha calcolato in 24 miliardi il costo per l’economia dell’alzare bandiera bianca sull’opera. “Non mi interessa l’analisi costi-benefici di un organo di parte, fatta da un organo non governativo e non istituzionale”.

Adesso c’è da capire se è pura fantascienza solamente immaginare che i due azionisti di governo possano trovare il punto di caduta sulla Tav (l’exit strategy potrebbe essere un progetto alternativo asciugato di 1,7 miliardi, ma le imprese sono fortemente contrarie). Ci sono almeno due fattori che non fanno prevedere nulla di buono. Punto primo, l’esito della stessa analisi costi-benefici è slittato, vale a dire che non sarà reso pubblico non prima di dieci giorni, due settimane. Il che ovviamente tenderà a esasperare gli animi già accesi tra le due compagini governative.

Punto secondo, lo scontro tra 5 Stelle e Lega sulla Torino-Lione questa mattina è letteralmente esploso in Parlamento. All’ultimo è infatti saltata l’audizione di Marco Ponti, il che ha immediatamente alzato il polverone. E, sempre a Montecitorio, il voto sulle mozioni pro-Tav presentate da Pd e Forza Italia è slittato a metà febbraio. La ragione? Grillini e leghisti non sono stati in grado di raggiungere un’intesa sulla mozione di maggioranza. “Partiamo da posizioni inconciliabili, la sintesi è praticamente impossibile”, ha riferito una fonte che ha partecipato alla trattativa.

Un ultimo elemento. In questo caos, domani, lo stesso Salvini andrà al cantiere di Chiomonte in Val di Susa per dire quasi certamente che l’Alta velocità va fatta. Ma senza Luigi Di Maio, perché per quest’ultimo in quel cantiere “non è stato scavato nemmeno un centimetro”.

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