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TikTok e i suoi fratelli. Il pericolo (cinese) corre sul social media?

I colossi tecnologici nati e cresciuti in Cina hanno sviluppato negli anni network, social media e servizi e che riscuotono sempre maggiore successo non solo in patria, dove beneficiano di un enorme (e spesso chiuso) mercato interno, ma anche tra gli utenti occidentali. E questo potrebbe porre rilevanti problemi di sicurezza.

L’ANALISI DEL PIIE

In un’analisi a firma di Claudia Biancotti, economista della Banca d’Italia e attualmente visiting fellow presso il Peterson Institute for International Economics, si fa riferimento a una delle app made in China più popolari del momento, TikTok.

FEBBRE DA “TIK TOK”

Noto anche come Douyin in Cina, TikTok è un social media cinese lanciato nel settembre 2016. La sua applicazione mobile consente agli utenti di creare brevi clip musicali, ed eventualmente aggiungere degli effetti. Viene utilizzato principalmente da adolescenti e giovani adulti, che condividono i loro sforzi nella speranza di like e commenti positivi. Il portale è di proprietà di ByteDance noto anche per il suo popolare portale di notizie Toutiao. Secondo la società di ricerche di mercato SensorTower, entro ottobre 2018 TikTok ha rappresentato circa il 30% dei download mensili su iPhone negli Stati Uniti, superando Instagram e YouTube. Alla fine dell’anno, è risultata la prima app nella classifica di Google, quella più scaricata in assoluto per quanto riguarda il sistema operativo Android (prima di Netflix e Amazon). ByteDance ha registrato 400 milioni di utenti attivi mensili su TikTok in Cina a novembre. Nonostante la società non abbia mai pubblicato dati numerici sugli utenti internazionali, questi si possono stimare in circa 200 milioni. Negli Stati Uniti, l’app è stata scaricata 80 milioni di volte da quando è stata resa pubblica a livello mondiale, nel 2017. I numeri non sono enormi in termini assoluti, ciò che non ha precedenti è il fatto che un’app cinese possieda una tale copertura transfrontaliera. Ed è solo la punta dell’iceberg.

I PROBLEMI DI SICUREZZA

Quel che è più preoccupante, sottolinea Claudia Biancotti nel suo commento, è che app come TikTok stanno diventando molto popolari non solo tra i più giovani, ma persino tra le forze armate statunitensi. E questo pone un sostanziale problema di sicurezza. Le app social raccolgono infatti molti dati sugli utenti: tali informazioni, nelle mani del governo cinese, potrebbero essere utilizzate per perfezionare il software e renderlo più facilmente sorvegliabile da Pechino. Con l’aiuto di questi social media le autorità cinesi potrebbe riconoscere meglio i volti occidentali o estrarre informazioni sulle attività militari.

TIKTOK E I MILITARI AMERICANI

TikTok presenta negli Stati Uniti un gruppo molti attivo, quello costituito da giovani membri del servizio militare. Quest’ultimi registrano video di se stessi, eseguendo esercizi di fitness, in divisa e con cartellini identificativi in bella vista. Le riprese avvengono all’interno di strutture militari, e talvolta anche in quello che sembra un teatro di guerra. TikTok, come la maggior parte delle app social, raccoglie dati sulla posizione, nonché diversi dati personali che riguardano gli utenti.

IL PROBLEMA DELLA PRIVACY

La preoccupazione, rileva l’esperta, non riguarda soltanto il fatto che il portale sia cinese, ma la difficoltà in generale dei social network per quanto riguarda la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti. In questo caso a maggior ragione, nonostante le limitazioni sempre più restrittive circa cosa le società private possono fare con i dati degli utenti, non c’è motivo di ritenere che l’accesso governativo a diverse informazioni sarà ridotto. Le autorità cinesi, infatti, ricorda Claudia Biancotti, hanno ampio margine di manovra nella richiesta di informazioni al settore privato. Possono effettuare qualsiasi richiesta se basata su motivazioni di sicurezza nazionale, e l’azienda TikTok stessa prevede un consenso iniziale al trasferimento dei propri dati personali in Cina. E nonostante ByteDance sottolinei l’impegno dell’azienda per quanto riguarda la privacy degli utenti, le richieste di Pechino possono sovrastare qualsiasi garanzia.

CHE USI POTREBBE FARNE PECHINO?

La pervasività di piattaforme social come TikTok e la profondità delle informazioni raccolte sugli utenti, rendono secondo l’esperta questo strumento molto potente sia per lo spionaggio sia per la manipolazione dell’opinione pubblica. Il fatto che le aziende della Repubblica Popolare, soprattutto quelle tech, siano potenzialmente obbligate a fornire ogni informazione richiesta da Pechino per motivi di sicurezza nazionale (cosa che i diretti competitor occidentali non sono tenuti a fare) rende ogni social media cinese un possibile strumento di spionaggio.

CHE COSA FA L’OCCIDENTE

Sorge dunque spontaneo chiedersi che cosa stiano facendo le autorità occidentali per affrontare le implicazioni dei trasferimenti di dati verso la Cina. All’inizio del 2018, il Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius) ha posto il veto all’acquisizione da parte di Alibaba del servizio di trasferimento di denaro MoneyGram, per problemi di sicurezza dei dati, mentre Il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Ue (Gdpr), entrato in vigore nel maggio 2018, condiziona i flussi di dati personali alla tramite alcune misure di tutela della privacy.

I LIMITI DEGLI STANDARD EURO-ATLANTICI

Nonostante queste disposizioni, evidenzia l’economista, le app social destinate all’intrattenimento non attirano lo stesso livello di scrutinio delle innovazioni connesse con la sicurezza nazionale. TikTok è stata infatti criticata solamente a causa dei pochi standard di protezione per gli utenti, mentre sembra che nessuno abbia dato peso al fatto che sia un’azienda cinese sottoposta quindi alle leggi di Pechino. Il Gdpr non è riuscito, in tal senso, a fermare la sua diffusione nell’Unione europea.



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