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Grecia, si dimette il ministro della Difesa. Guai in vista per Tsipras

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Il 2019 per il premier Alexis Tsipras sarà tutto fuorché un anno tranquillo, che potrebbe concludersi con una consacrazione o con una disfatta memorabile. E gli inizi non promettono per niente bene.

Il ministro della Difesa, Panos Kammenos, del partito nazionalista di Anel (Greci Indipendenti) questa mattina ha presentato le sue dimissioni, cogliendo il Paese (e forse anche il premier) parzialmente di sorpresa. Kammenos ha addotto come motivazione l’adozione da parte del parlamento macedone il nome di Repubblica di Macedonia del Nord. Un compromesso raggiunto fra Tsipras e Zaev, che però non è piaciuto né a una parte del popolo macedone, né a una parte del popolo greco.

Kammenos, in questi anni di alleanza acrobatica con il leader greco di sinistra, di rospi se ne è fatti andare giù parecchi. Ma davanti al compromesso con Skopje è stato praticamente costretto a fare saltare il banco. “La questione macedone – ha detto ai giornalisti – mi porta a sacrificare il mio ministero. Ho parlato con il primo ministro e gli ho detto che a queste condizioni la nostra collaborazione non può continuare”.

Tsipras, dal canto suo, ha detto di avere accettato le dimissioni dell’ormai ex ministro e che, temporaneamente, il suo posto verrà preso dal Capo di Stato Maggiore, e ha aggiunto che chiederà un voto di fiducia al parlamento.

E qui iniziano i dolori. Se il giovane primo ministro greco riuscirà a trovate i 151 deputati che si servono per rimanere in piedi, allora con ogni probabilità il Paese andrà a elezioni politiche il prossimo autunno, ossia a naturale scadenza della legislatura. In caso contrario, la Grecia rischia un maxi election day il prossimo 26 maggio, quando gli elettori si recheranno già alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo e per le elezioni amministrative.

Intanto, nel Paese, è partito il conteggio per capire se Tsipras riuscirà a passare il voto di fiducia o meno. Nella sua conferenza, Kammenos ha sottolineato che la decisione di lasciare il ministero della Difesa è irrevocabile, ma che Tsipras potrebbe trovare fra i 9 deputati di Anel i sette che gli servono per rimanere in sella.

Di certo, al suo governo ormai mancano due pezzi importanti. Lo scorso ottobre si era dimesso il ministro degli Esteri, Nikos Kotzias, si era dimesso in aperta polemica con il premier e dopo una lite proprio con Kammenos, perché non si era sentito sufficientemente protetto da Tsipras. Segno che, oltre a un anno difficile, il giovane premier dovrà anche fronteggiare, in piena campagna elettorale, tensioni all’interno del suo partito.



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