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Tutti i legami (non dichiarati) di Huawei in Iran e Siria. Report Reuters

5G, Huawei

Nel mezzo di una guerra commerciale globale tra Washington e Pechino, si appesantisce la posizione della numero due di Huawei, Meng Wanzhou, ed emergono nuovi dettagli sui rapporti del colosso cinese Iran e Siria.

I NUOVI DETTAGLI

La compagnia di Shenzhen, sotto inchiesta da parte delle autorità Usa che sostengono abbia violato le sanzioni a Teheran (e per questo fermata in Canada), ha detto che le aziende con cui faceva affari in Iran e anche in Siria erano indipendenti. Tuttavia, nuovi documenti ottenuti da Reuters sostengono che la Skycom Tech (registrata a Hong Kong e con una sede nella Repubblica Islamica) e la Canicula Holdings (con sede alle Mauritius) sarebbero state di fatto sussidiarie della telco.

I SOSPETTI

I file, infatti, rivelerebbero che un dirigente di alto livello di Huawei sarebbe stato nominato direttore di Skycom in Iran. Le fonti evidenziano anche che almeno tre individui cinesi avrebbero diritto di firma per diversi conti bancari Huawei e Skycom in Iran. Reuters, nelle sue ricerche, ha anche rimarcato che una fonte (rimasta anonima) ha detto che la compagnia cinese avrebbe condotto anche diverse operazioni in Siria. Insomma, Skycom non sarebbe un semplice partner commerciale, ma una vero e proprio braccio di Huawei (che smentisce ogni collegamento).

LA TESI AMERICANA

Huawei, affermano le autorità degli Stati Uniti, sembrerebbe aver mantenuto il controllo di Skycom a lungo, utilizzando la società per vendere apparecchiature di telecomunicazione all’Iran e trasferire denaro all’interno del sistema bancario internazionale. Come risultato dell’inganno, alcune banche hanno involontariamente liquidato centinaia di milioni di dollari di transazioni che hanno violato le sanzioni economiche di Washington contro l’Iran.

ULTERIORI ASPETTI

Tra i documenti del 2012 e del 2013 su Huawei, Skycom e, ovviamente, su Meng Wanzhou, c’è anche l’offerta di Skycom di vendere diverse apparecchiature informatiche (soggette a embargo americano) al più grande operatore di telefonia mobile dell’Iran. Tutti questi documenti – che riportano il logo di Huawei – non sarebbero mai stati forniti agli Stati Uniti dalla società. La testata ha inoltre segnalato numerosi legami finanziari e personali tra Huawei e Skycom, tra cui quello che Meng aveva servito nel consiglio di amministrazione di Skycom tra il febbraio del 2008 e l’aprile 2009.
Secondo i documenti pubblicati sembrerebbe che Meng e altri dipendenti di Huawei abbiano ripetutamente mentito sulla relazione della società con Skycom, senza neanche citare l’apparente totale controllo della prima sulla seconda. Le registrazioni di Skycom mostrerebbero che le sue azioni sono state trasferite nel novembre 2007 a Canicula – sempre legata a Huawei. Canicula, che è stata registrata nelle Mauritius nel 2006, ha continuato a detenere azioni Skycom per circa un decennio. I riferimenti ai legami tra le tre aziende sono molteplici, in particolare nomi e diritto di firma nei diversi conti delle stesse persone (identificati da medesimo numero di passaporto).

IL COLLEGAMENTO CON LA SIRIA

Fino a due anni fa, Canicula possedeva un ufficio in Siria, un altro Paese soggetto alle sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione europea. Una fonte interna siriana ha rivelato che i clienti di Canicula comprendevano tre grandi compagnie di telecomunicazioni. Tra queste, Mtn Syria, controllato dal gruppo Mtn sudafricano, che opera con la telefonia mobile sia in Siria sia in Iran. Mtn ha una joint venture in Iran – ovvero Mtn Irancell – che è anche un cliente Huawei. Sarebbe stata proprio Mtn, secondo la fonte anonima, a consigliare a Huawei di creare la struttura di Skycom in Iran, permettendogli di operare dunque anche attraverso Teheran. Canicula ha, infine, operato per decenni a Damasco per conto di Huawei, prima di sparire nell’ombra nel 2017.

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