Ormai conclusa con lo sbarco a Malta la traversata dei 49 migranti che su due barche di Ong sono destinati a essere accolti da alcuni Stati membri dell’Unione europea, potrebbe cominciare un’altra traversata, quella del governo Conte da oggi alle elezioni europee di maggio. L’annuncio ufficiale che anche l’Italia sarà uno degli Stati che accoglierà quelle persone, con la regia del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha mandato su tutte le furie Matteo Salvini perché l’accelerazione è avvenuta mentre lui era a Varsavia spiazzandolo tanto da chiedere un chiarimento in un vertice di governo al suo rientro dalla Polonia. Si capirà presto se il vertice ricorderà quelli dei decenni scorsi, quando bisognava mettersi d’accordo su un rimpasto per andare avanti o quando qualche partito si sfilava dalla maggioranza causando una crisi, oppure se Lega e Movimento 5 Stelle cercheranno di mettere qualche cerotto agli strappi di questi giorni.
La linea del ministro dell’Interno è stata chiara: in Italia non arriverà nessuno. Non c’è dubbio neanche sul fatto che Salvini voglia evitare un’altra “truffa” e infatti fonti del Viminale hanno ricordato due esempi dell’estate scorsa: il 16 luglio arrivarono a Pozzallo 447 migranti dalle navi Protector (Agenzia Frontex) e Monte Speroni (Guardia di Finanza) di cui 270 dovevano essere redistribuiti in altri sei Paesi che invece ne presero solo 129. Malta, per esempio, promise di prenderne 50 e non ne ha preso nessuno. Il 26 agosto sbarcarono i 177 da Nave Diciotti al termine di un altro lunghissimo braccio di ferro: l’Irlanda ne ha accolti 16, gli altri furono presi in carico dalla Caritas e scomparvero come quelli destinati all’Albania.
Nel calderone del vertice di maggioranza entreranno anche i decreti sul reddito di cittadinanza e la modifica alla legge Fornero che dovrebbero essere all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 10 gennaio. La partita sull’immigrazione, come Salvini ha già fatto capire, potrebbe trasformarsi in arma di ricatto leghista sulle modalità di altri provvedimenti. “Sono buono, ma non fesso” continua a ripetere il ministro e vicepresidente del Consiglio mettendo nel mirino Giuseppe Conte: “Se fossi io primo ministro prima mi occuperei delle 500 persone su 650 arrivate in Italia che l’Europa non ha collocato quest’estate”. Numeri arrotondati, ma sostanzialmente corretti. Anche se solo per poche decine di persone, la vicenda di questi giorni probabilmente si ripresenterà nei prossimi mesi: ogni volta un braccio di ferro? Ecco perché le decisioni del vertice di governo dovranno essere unanimi in un senso o nell’altro: in caso contrario la traversata fino a maggio sarà una guerriglia continua lasciando nell’incertezza i cittadini attenti non solo alla sicurezza e all’immigrazione, ma anche alle scelte economiche dell’esecutivo.