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In Sardegna vince l’astensione. Il successo del centrosinistra e i rischi per M5S

basilicata, ballottaggi

C’è chi le sminuisce, chi le guarda con preoccupazione e chi, invece, grida al successo. Le elezioni suppletive che si sono tenute la domenica appena passata in Sardegna, nella circoscrizione di Cagliari, hanno provocato reazioni contrastanti. La consultazione ha avuto luogo per la sostituzione del candidato del Movimento 5 Stelle, Andrea Mura, il velista che si era dimesso dopo lo scandalo presenze (o meglio, assenze) in Parlamento. A vincere, un esponente del centrosinistra, Andrea Frailis, eletto con il 40,4 delle preferenze. A vincere su tutti, però, il partito dell’astenzione: solo il 15% degli aventi diritto si è presentato alle urne.

La consultazione, che per molti non è un vero e proprio test politico, ha però evidenziato alcuni aspetti critici che si potrebbero presentare anche a livello regionale e poi nazionale. Nelle scorse elezioni politiche, infatti, a farla da padrone in Sardegna era stato il Movimento 5 Stelle, con percentuali di voto che hanno superato il 42%. Nella circoscrizione di Cagliari (che comprende Burcei, Cagliari, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sinnai e Villasimius) il partito guidato da Luigi Di Maio aveva raggiunto il 38,43 dei voti, eleggendo, appunto, il velista Mura. Nelle consultazioni di domenica, invece, il candidato del Movimento Luca Caschili ha raggiunto il 28,9% dei voti. A seguire, la candidata del centrodestra Daniela Noli con il 27,8% seguita a lunga distanza da Enrico Balletto per Casapound con il 2,81 per cento.

Nelle scorse settimane in Sardegna si sono affacciati molti leader nazionali: da Luigi Di Maio a Matteo Salvini, fino ad arrivare al tour di Silvio Berlusconi, in cui il fondatore di Forza Italia ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni europee di maggio. La presenza di esponenti nazionali non ha però influenzato il voto, se non in termini negativi, alimentando un astensionismo già alto. E se il risultato delle suppletive non è un vero e proprio test, lo saranno le elezioni Regionali che si terranno prima in Abruzzo (10 febbraio) e poi, appunto, in Sardegna (24 febbraio).

A fronte di una altissima astensione, c’è chi interpreta il voto sardo come un successo del centrosinistra che, grazie a un elettorato fidelizzato, è riuscito a portare i suoi sostenitori alle urne. Frailis, infatti, si è presentato con la stessa lista unitaria, Progressisti di Sardegna (Partito democratico e altre forze di centrosinistra), che sosterrà alle prossime regionali l’attuale sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, il quale si è speso non poco per l’elezione del neo deputato. Si riapre così la partita delle regionali sarde, che vedranno contendersi la guida della regione Massimo Zedda, Francesco Desogus, del Movimento 5 Stelle, scelto dalla base pentastellata dopo il passo indietro dell’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, condannato a un anno per abuso d’ufficio, in primo grado, Vindice Lecis, Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani, Paolo Maninchedda – Partito dei Sardi, Andrea Murgia, Autodeterminazione, Mauro Pili, Sardi Liberi, Ines Pisano, Sardegna di Ines Pisano e Christin Solinas, Partito Sardo d’Azione, Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, Fratelli d’Italia, UdC, Energie per l’Italia, Riformatori Sardi, Unione dei Sardi, Sardegna20Venti, Sardegna Civica e Fortza Paris.

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