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Dopo 22 anni Alitalia è pronta a tornare pubblica. Ecco come

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Anno 1996, lo Stato avvia l’uscita da Alitalia. Anno 2019, ci rientra e anche in forze. Il giorno dopo l’atteso sblocco delle operazioni per il salvataggio del vettore (qui l’articolo di ieri con i dettagli), il governo scopre finalmente le carte sul futuro dell’ex compagnia di bandiera. Il blocco pubblico potrebbe arrivare a una quota di controllo della newco cui farà parte la nuova Alitalia superiore al 50%. La differenza è sostanziale perché si passerebbe a una presa pressoché totale dello Stato sulla compagnia, sulla falsariga di quanto accaduto per Mps, dove l’azionista pubblico pesa per il 68%. A conti fatti, è la ri-nazionalizzazione di Alitalia.

Ieri sera il board delle Ferrovie ha tracciato la linea. D’ora in poi si tratterà solo con il tandem anglo-americano Delta-easyJet, cui spetterà una quota del 40% da dividere pariteticamente al 20%, o al massimo 25% Delta e 15% easyJet. Il resto sarà saldamente in mano a un conglomerato statale composto da Fs, cui spetterà il ruolo di capofila, il Tesoro (che proprio ieri ha dato la sua disponibilità per l’ingresso, qui la nota di Palazzo Chigi) al quale potrebbe andare una quota del 15% mentre il resto verrà suddiviso tra Cdp e (forse) Poste.

Questa mattina il vicepremier nonché ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, ha incontrato i sindacati per un primo confronto sull’Alitalia che verrà. La trattativa sindacale infatti rappresenta lo scoglio più arduo da superare, visto che l’intero riassetto con annesso piano industriale, dopo l’ok dei commissari, deve ottenere il benestare dei dipendenti (Lufthansa aveva subordinato il suo ingresso a 3 mila esuberi). Dal vertice di Via Veneto sono uscite indicazioni piuttosto precise sul futuro di Alitalia. Tanto per cominciare “il Tesoro e le Ferrovie dello Stato potrebbero superar il 50% nella newco per la nuova Alitalia”, ha detto Di Maio ai sindacati. E questo perché “la partecipazione di Mef e Fs è garanzia per l’operazione e per la tutela ed i diritti dei lavoratori. Tuttavia ciò non esclude altre partecipazioni di società pubbliche e private”.

Il blocco pubblico, come si è visto, è abbastanza eterogeneo. La quota di diretta competenza del Tesoro, ha chiarito il numero uno del Mise, non andrebbe oltre il 15%, anche al fine di rimanere dentro il perimetro della normativa europea, piuttosto stringente in materia di trasporti. Di sicuro, il ritorno dello Stato dentro Alitalia è visto con un certo favore dal personale Alitalia, che ha sempre temuto l’ingresso in forse il un player privato, soprattutto Lufthansa. L’Anpac, l’associazione dei piloti, “considera positivamente l’accelerazione della trattativa data da Fs, di concerto con il governo, annunciata oggi dal ministro Di Maio nella direzione di una possibile partnership con Delta ed easyJet”. Stesso favore anche per l’Ugl.

Il presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, ha commentato per Formiche.net l’operazione messa in cantiere dal governo gialloverde. “Siamo perfettamente consapevoli che in passato Alitalia ha avuto molte perdite e noi non vogliamo tenerci sulle spalle un’azienda pubblica in perdita ci mancherebbe. Tuttavia l’esperienza dei commissari che sono stati recentemente posti in Alitalia e che in pochi mesi hanno portato il bilancio da negativo a positivo, dimostra che se si hanno persone giuste e competenti allora la società può fare utili e generare ricchezza”, spiega Girotto. “Dunque a questo punto perché non avere una quota pubblica di una società che fa utile? Il nostro disegno parte da questo, siamo confidenti che Alitalia possa tornare ad essere un’azienda proficua. Se può tornare un gioiello, perché non tenerlo?”.

Adesso l’iter è più o meno questo. Entro fine marzo arriverà il nuovo piano industriale, con le rotte dismesse e quelle nuove, che dovrò essere sottoposto ai commissari e poi ai sindacati. Successivamente il riassetto dovrà ottenere il bollino della commissione Ue, che dovrà valutare la sussistenza o meno di possibili aiuti di Stato. Infine, l’assemblea dei nuovi azionisti. Solo allora la nuova Alitalia potrà decollare.

 

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