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Brava Raggi sullo stadio. Ora si rispetti la promessa di aprire il cantiere

Dopo mesi di deludenti e meste interpretazioni del suo ruolo di sindaco di Roma oggi Virginia Raggi ha battuto un colpo vincente, assolutamente positivo e di buon auspicio per il futuro della città più bella del mondo. L’annuncio che il nuovo stadio si farà, che i cantieri saranno aperti entro fine anno e che verranno affrontati nel migliore dei modi tutti i problemi di accesso all’impianto (con conseguente miglioramento della viabilità nella zona Tor di Valle) rappresenta infatti un salto di qualità nella vita dell’amministrazione a Cinque Stelle, sin qui più votata a non fare, pasticciare o impedire.

Vogliamo quindi accogliere con soddisfazione questo annuncio, perché Roma ha bisogno di cambiare per crescere, ha bisogno di osare per progredire, ha bisogno di fare anziché discutere. Tutte le grandi capitali del mondo hanno costruito impianti sportivi moderni negli ultimi due decenni, mentre Roma è rimasta con il suo glorioso Stadio Olimpico nato per le Olimpiadi del 1960 e rimodernato in occasione dei Mondiali di calcio. Un impianto bello da vedere ma comunque figlio di una concezione ormai superata delle gradi arene, che invece devono essere capaci di fornire tutti i servizi oggi complementari alla manifestazione sportiva (negozi, ristoranti, aree di svago).

Sappiamo molto bene che la vicenda stadio ha conosciuto un terremoto legato alle inchieste della Procura della Repubblica. Anche per questo va sottolineata come virtuosa la scelta dell’amministrazione comunale di procedere in piena intesa con gli uffici giudiziari, segno di una collaborazione istituzionale che è buona notizia per la vita della città e della Repubblica. Il tema non è infatti chi fa lo stadio, il tema è rendere Roma capace di stare al passo con i tempi. Ecco perché la notizia di oggi è una buona notizia, così come lo fu due anni fa l’apertura della Nuvola all’Eur (che si sta dimostrando un successo, con prenotazioni che arrivano da tutto il mondo).

Fare il sindaco è un mestieraccio, a Roma in particolare. Raggi e la sua giunta hanno sin qui fallito su molti fronti, a cominciare dalle condizioni penose in cui versano le strade della città ed i suoi servizi di trasporto, per non parlare della raccolta dei rifiuti. Però va detto anche che i mali di Roma sono in molti casi endemici e spesso legati a doppio filo a scarso senso civico dei suoi abitanti (combinato con il comportamento non sempre irreprensibile di molti turisti). Quindi dire che è tutta colpa della Raggi e dei suoi assessori è sbagliato, assolutamente sbagliato. Al tempo stesso non è vero che la situazione è irrimediabile. La città può rinascere dalla sue ceneri e la notizia di oggi ne è la prova. Dunque avanti sindaco Raggi, senza indugio. Attendiamo con ansia ed entusiasmo ritrovato l’apertura del cantiere. Il 2019 ha 365 giorni, di cui 36 sono trascorsi. Ne restano 329, vediamo di non fare brutta figura.

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