E’meridionale, per la precisione levantino. Educato ai principi cattolici. Con un super guru professionale che risponde al nome di Guido Alpa, non solo Presidente del Consiglio Nazionale Forense per undici lunghi anni, ma anche membro del cda di Finmeccanica e figura di raccordo con l’oltre Tevere che conta.
Il premier italiano Giuseppe Conte non recita quando si districa nei meandri delle trappole politiche con passo felpato e con quel fare apparentemente diplomatico. Chi lo conosce sostiene che sia proprio così, che poi è anche la ragione di fondo per cui è stato scelto: fare da cuscinetto, come un moltiplicatore di ammortizzatori (per nervi e di politics) a metà strada tra i due suoi vice.
Che vice non sono ma, come è noto, i principali azionisti del governo giallo-verde.
Il problema è che, soprattutto negli ultimi mesi, il quadro interno ed esterno a Palazzo Chigi ha subito dei mutamenti, che nessuno sa ancora quanto potranno influire sulle scelte future.
Il nodo non è tanto se il governo cadrà o meno, ma verte sulla figura di Conte.
Sono in molti a sostenere, ma con il deterrente del precedente targato Mario Monti, che l’avvocato pugliese voglia intraprendere un’impresa tutta sua. Basta a ricucire gli strappi altrui, a gestire per conto terzi, a dover procedere con un mandato che sa di contratto. La voglia di fare da sé c’è (altro poi è vedere in cosa si tramuterà).
Ciò che, temporalmente, è interessante notare è la contiguità con un altro sommovimento tellurico che, dopo anni di proclami, analisi e tentativi più o meno sotterranei, sembra questa volta voler trovare sfogo in un punto fisso: ovvero il partito dei cattolici.
Se fino al 2018 la tesi era stata sciorinata in articoli e interventi pubblicati sul mondo che va da Avvenire a Civiltà Cattolica, adesso è passata anche su molte bocche e in molti circoli semantici.
E non a caso proprio adesso che si sta manifestando la maggiore criticità del M5s, a metà strada tra cambiare per non affondare o trovare un punto di equilibrio (i bookmakers sono scatenati sulla prima ipotesi).
Capire se le strade del premier e quello di un mondo rimasto (giudiziariamente) orfano della Dc potranno incontrarsi e intrecciarsi, ha una rilevanza ben maggiore rispetto alle euroschermaglie elettorali in vista di maggio.