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Così crescono (ma fino a quanto?) i Verdi di Germania

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Ma quanto crescono i Verdi di Germania? L’ultima rilevazione dimostra che tra nuovi ingressi, moltiplicazione dei consensi (dalle regionali dello scorso autunno in poi) e prospettive europee, il contenitore ecologico sta attirando giovani, donne e cittadini incerti che osservano da un lato l’evoluzione dei nazionalisti i Afd e non scelgono “il calduccio” di Cdu e Csu: ma puntano sul nuovo e sul green.

QUI VERDI

Nuovi ingressi per 10.246 unità che fanno in totale 75.311 membri. Toccato il massimo storico per i Verdi tedeschi guidati da Robert Habeck. La crescita è particolarmente forte negli stati della Germania orientale dove finora i Verdi hanno avuto grandi difficoltà. Brandeburgo segna un +26%, in Sassonia +23%. A livello nazionale la crescita è del 15,75%.

La percentuale di donne, tradizionalmente più alta tra i Verdi rispetto agli altri partiti, è aumentata leggermente, dal 39,8 al 40,5% mentre l’età media è scesa da 49,5 anni a 49.

Da un lato la vulgata che la crescita sia direttamente proporzionale al progressivo aumento di Afd, che “ha stimolato la gente a impegnarsi nella democrazia, nel cosmopolitismo”. Dall’altro la consapevolezza che il nuovo vertice della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer ha “riflessi anti-ecologici da anni ’80”, come ha detto Habeck.

Aggiungendo che l’intera Unione è timida nei confronti di Viktor Orban che rappresenta un corso ostile all’Ue. Una partita, quella che si gioca sul terreno dell’europeismo e dei temi ambientali, che Habeck sta strutturando nelle ultime settimane con l’obiettivo non solo di superare la Spd per eurodeputati eletti (non sarà un problema visti i sondaggi che danno i socialdemocratici annaspare al 10% mentre i Verdi sono al 20%) ma di pungolare aspramente la GroKo e le sue politiche.

HABECK PENSIERO

Habeck ha accusato la GroKo di aver tardato la trasformazione ecologica della società tedesca: “Il tempo è scaduto. La signora Kramp-Karrenbauer non dovrebbe più mettere in guardia contro la deindustrializzazione ma riconoscere che solo un’economia sostenibile è sostenibile”. E nella disputa commerciale con gli Stati Uniti, Habeck ha chiesto agli europei di “rischiare il braccio di ferro con Donald Trump”, che Habeck accusa di voler distruggere l’Europa. “Dobbiamo impedirlo. La volontà e la capacità di raggiungere un accordo, è l’unico modo per l’Ue di preservare la sua capacità di agire e quindi la sua competitività”.

Ne ha anche per il presidente francese Emmanuel Macron, reo di voler “aumentare le tasse sul carburante, ma non associarlo a un meccanismo di rimborso. In generale, Macron ha fortemente sfidato coloro che guadagnano poco e ha alleviato i ricchi, per cui il dibattito in Francia non dovrebbe quindi essere paragonato al dibattito in Germania”.

Ma Akk lascia più di una porta aperta ai Verdi quando dice che “viviamo in un’epoca in cui non ci sono più partner naturali della coalizione e dobbiamo essere in grado di parlare con tutti”.

La dirigente dei Verdi Katrin Göring-Eckardt ha una sua teoria, ovvero che c’è stata molta delusione a seguito del fallimento della cosiddetta coalizione giamaicana (Con Cdu, Fdp e Verdi) e sui media tedeschi ha detto pubblicamente che al tavolo della festa ci sono due soggetti che vogliono regnare, alludendo al no della Spd.

Uno scenario che fino ad oggi è stato sempre troncato sul nascere dal numero uno dei Verdi Habeck che continua a negare l’opzione di un’alleanza nero-verde.

SCENARI

È chiaro che la presa di posizione di Habeck contro la GroKo ha un punto di caduta che, nel breve pediodo, non può che corrispondere alle europee di maggio. Quando accusa Cdu e Csu di aver usato la clava della durezza pià che quella dell’umanità sul dossier migranti (in riferimento ai nuovi poteri speciali per la polizia di frontiera e ai rimpatri più rapidi) scende sul terreno squisitaente elettorale.

Inoltre punta il dito apertamente contro il ministro dell’interno Horst Seehofer che sta pianificando “una legge sulla deportazione dal soprannome orwelliano” che appare “dubbia sotto molti aspetti relativi allo stato di diritto”.

Circa 57.000 tra migranti e richiedenti asilo respinti avrebbero dovuto essere espulsi in Germania, ma ad oggi se ne contano meno della metà. In più di 7000 casi la polizia federale ha dovuto cambiare programmi per noie burocratiche, come documenti smarriti o malanni dei migranti. Numeri che hanno fatto sì che Seehofer abbia definito la situazione “inaccettabile”, provocando la reazione dei Verdi.

I cittadini intanto sembrano voler premiare il nuovo corso. Come dimostra la classifica mensile dei dieci leader tedeschi più influenti, Merkel perde la testa. Nel podio con una scala da +5 a -5 la cancelliera si posiziona a +1.4 superata proprio da Habeck mentre al primo posto c’è il presidente del Bundestag ed ex ministro delle finanze Wolfgang Schäuble. Solo quarta Kramp-Karrembauer.

twitter@FDepalo

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