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Di Maio fiuta la bocciatura dell’Europa e gioca la carta della crescita

Sarà l’effetto dell’intervista rilasciata dal premier Giuseppe Conte al Sole 24 Ore e tutta improntata agli investimenti, alla crescita. O forse, più semplicemente, il fatto che l’Italia ha bisogno di Pil, per evitare la manovra bis, a luglio. Fatto sta che anche il vicepremier Luigi Di Maio sembra essersi sintonizzato con i propositi di Palazzo Chigi. Lo stesso Di Maio che continua a mettere in discussione la Tav, che delle grandi opere è un po’ diventato il simbolo. Eppure, questo pomeriggio, alla Camera, il capo politico del Movimento Cinque Stelle, ha dato un annuncio che ha il suo peso. Questo: “in Italia i cantieri sono troppo lenti. Per questo a breve ci sarà un provvedimento sulla crescita sarà al centro dell’azione del governo nel mese di marzo”.

Poche righe che però nascondono una verità e cioè che l’esecutivo ha deciso di mettere sul serio in moto il motore dei cantieri, anche se non è chiaro da dove (e come) partirà. D’altronde, proprio due giorni fa lo stesso leader del M5S, aveva gettato le basi per un insperato asse con Confindustria (e questa mattina ha incontrato il presidente Vincenzo Boccia), nel nome degli investimenti. Viene da chiedersi se a convincere Di Maio circa la necessità di abbracciare la causa delle opere non siano le cattive notizie che sembrano giungere in queste ore dall’Ue. La quale domani diffonderà le proprie valutazioni sul debito italiano e la capacità di sostenerlo. Certo, se vale la regola che senza Pil non si taglia lo stock, non si riducono le tasse e tanto meno si creano posti di lavoro, allora le insufficienze sono assicurate.

E sembra essere proprio così. Perché la Commissione europea domani dovrebbe mettere l’Italia sotto monitoraggio, proprio per i suoi squilibri macroeconomici. Secondo la Commissione, non solo c’è stato uno stallo sulle riforme, ma anche una retromarcia rispetto a quanto approvato in passato. Quota 100, trapela dalla Commissione, avrebbe un impatto negativo sulla sostenibilità dei conti pubblici. E l’efficacia del reddito di cittadinanza sarebbe messa in dubbio dall’impreparazione dei centri per l’impiego. Secondo il Country Report sull’Italia che verrà diffuso domani, gli squilibri macro-economici potrebbero “peggiorare”, in particolare con il rischio di un aumento del debito pubblico che si somma alle debolezze strutturali dell’economia.

Per il momento il contagio dell’aumento degli spread è stato limitato, ma la Commissione teme che un deterioramento dei fondamentali macro-finanziari dell’Italia possa creare rischi di conseguenze negative per altri Stati membri. Tuttavia l’esecutivo comunitario dovrebbe limitarsi a mettere sotto monitoraggio l’Italia senza aprire una procedura per correggere gli squilibri macro-economici eccessivi, escludendo dunque, almeno per il momento, una manovra bis.

Al netto degli investimenti, qualcosa si rischia anche sulle banche. Bruxelles dovrebbe anche sottolineare le pressioni sulle banche dovute all’aumento degli spread, che ha avuto un impatto negativo sui livelli di capitalizzazione e le capacità di finanziamento. L’esecutivo comunitario ritiene che rimangano sacche di vulnerabilità, in particolare tra le banche medie e piccole. Tra le altre critiche avanzate all’Italia dovrebbe esserci il basso livello di assorbimento dei fondi Ue e le restrizioni sulla concorrenza in particolare nel settore del commercio con l’ipotesi di chiusura domenicale.

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