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L’Italia non farà una manovra bis (e l’Ue non ce la chiederà). Parla Licheri (M5S)

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La manovra bis non si farà. Quella correzione dei conti pubblici che vale fino a 9 miliardi di euro non è affare per l’Italia. Almeno secondo il governo legastellato che ieri per bocca del premier Giuseppe Conte lo ha ribadito (per ben tre volte nel corso dell’intervento durante il question time al Senato). Problema: l’Italia non cresce, cioè non fa Pil, lo spread rimane alto e questo significa che si pagano più interessi per collocare il nostro debito e il debito pubblico non sta calando come dovrebbe. Ce ne sarebbe abbastanza, in una logica europea, per chiedere una modifica dei saldi strutturali inseriti nella manovra d’autunno. Eppure un intervento bis sui conti si può evitare, forse alla fine non ce ne è bisogno, perché le attenuanti all’Italia non mancano.

Nel Movimento 5 Stelle ne sono convinti. Ettore Licheri, senatore pentastellato e presidente della commissione per le politiche Ue, spiega a Formiche.net perché aspettarsi la richiesta di una manovra bis potrebbe essere un eccesso di zelo. “Al netto del fatto che il ministro Tria ha escluso una manovra bis, così come lo stesso premier, bisogna fare un chiarimento. E cioè che il giudizio dato dall’Europa sui nostri saldi strutturali, a novembre, non tiene conto dei cicli economici, ovvero del peggioramento della congiuntura internazionale. E non lo farà nemmeno ora. Quello che voglio dire è che il calo del Pil e degli investimenti in Italia non andranno a inficiare sulle valutazioni dell’Ue nei nostri confronti, perché se l’economia mondiale va peggio di prima non è un problema solo dell’Italia”.

Un esempio. “Abbiamo visto il calo della nostra produzione industriale nei giorni scorsi. Bene, per anni la nostra produzione è stata legata e lo è ancora, all’export italiano in Germania. Ora che però il Pil tedesco sta rallentando allora la nostra industria ne risente. Non può essere solo colpa nostra, insomma, e tale constatazione non può non essere valutata in sede di giudizio Ue”.

Licheri fa anche un altro ragionamento. “Bisogna dire che le misure inserite per la manovra, penso al reddito di cittadinanza, ai 470 milioni per le opere subito cantierizzabili, ai 200 miliardi di investimenti, al miliardi di avanzo della Pa. Tutte misure che non hanno ancora prodotto il loro effetto moltiplicatore, perché questa recessione è figlia della manovra precedente, quella del 2018. Semplicemente dico che questi soldi non sono ancora entrati in circolazione, producendo effetti. Dobbiamo semplicemente attendere che questo accada, senza farsi prendere dal panico”.

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