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Niger, il ministro Trenta consegna farmaci e medicinali al governo di Niamey

“Questo è il nostro sforzo, questa è la nostra anima, questo è il modo di fare italiano, quello che all’estero tutti ci riconoscono come Italian way”. Con queste parole il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha donato attrezzature mediche e sanitarie al governo del Niger per un totale di circa 167mila euro, donazione avvenuta nel corso della visita a Niamey che l’ha portata a incontrare anche i militari italiani impegnati nel Paese.

LE PAROLE DELLA TRENTA

L’Italian way, ha spiegato il ministro, consiste “nell’alta professionalità dei nostri soldati: il loro, il nostro altruismo, uniti al sostegno umanitario dell’Italia”. Nella nuova donazione italiana “ci sono defibrillatori, ecografi, attrezzature mediche e sanitarie di vario genere”, da aggiungere “agli altri otto voli umanitari (per un totale di 65 tonnellate di aiuti) partiti dall’Italia da aprile 2018 a gennaio 2019”, ha ricordato il ministro, dicendosi “fiera di tutto questo”. Dopo la tappa in Algeria, la Trenta è arrivata oggi a Niamey per una serie di incontri istituzionali, tra cui quelli con l’omologo alla Difesa Kalla Moutari e con il presidente Mahamodou Issoufou, entrambi giunti in Italia negli scorsi mesi. Al centro della collaborazione c’è soprattutto la missione italiana, sbloccata a settembre dopo mesi di incertezze. Nel Paese ci sono oggi più di 90 militari italiani, impegnati soprattutto in attività di training per le Forze nigerina. A loro, il ministro ha portato “il saluto e il ringraziamento della Difesa e di tutta l’Italia, per il contributo che stanno fornendo”.

GLI AIUTI ITALIANI

Nel complesso, l’Italia ha donato al ministero della Salute di Niamey oltre 60 tonnellate di farmaci e presidi medici. Le attività di consegna dei farmaci, ricorda palazzo Baracchini, sono iniziate il 24 aprile 2018 con un primo carico di 15 tonnellate di farmaci e presidi sanitari. Nei viaggi successivi, le consegne sono state dirette anche a fronteggiare un’epidemia di colera, tra le patologie che più affliggono la popolazione locale insieme a morbillo e meningite. “I materiali – spiega la Difesa in una nota – sono stati resi disponibili grazie alla collaborazione tra il ministero degli Esteri, le Nazioni Unite e altre agenzie intergovernative”. Poi, le attività di supporto sono state condotte sul posto dal personale della missione militare italiana, a cui occorre aggiungere il contributo dell’Aeronautica militari che, con i suoi velivoli, ha trasportato 285 metri cubi di materiale poi consegnati ai ministeri di Salute e Difesa nigerini.

IL VALORE DELLA MISSIONE

Tutto questo rientra nella collaborazione che ha dato il via alla Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (Misin), “una missione di estrema importanza per l’Italia, volta a contrastare vari traffici illeciti, tra cui quello di esseri umani”, ha spiegato a Niamey la Trenta. “C’è infatti un altro Mediterraneo di cui nessuno parla – ha aggiunto – ed è il deserto del Sahara; i migranti seguono questa rotta attraversando il Niger e chi ce la fa, chi sopravvive, arriva in Libia, prima di imbarcarsi verso le nostre coste”. Così, ha rimarcato, “noi siamo qui per dare supporto alle autorità locali; formiamo e addestriamo i soldati nigerini affinché possano controllare il vasto territorio che li circonda, pari a circa quattro volte l’Italia”. Già ieri da Algeri, il ministro notava come la missione fosse un impegno “perfettamente in linea con l’interesse nazionale e che, dopo mesi di impasse, noi siamo riusciti a sbloccare grazie al dialogo e al senso di responsabilità”.

AIUTI INTERNAZIONALI E INTERESSI NAZIONALI

Non a caso, a novembre era arrivato a Niamey il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, contraccambiando la visita romana del collega Mahamodou Issoufou alcuni mesi prima. Una fusione degli obiettivi di sostegno allo sviluppo con quelli dell’interesse nazionale, spiegati proprio dal dicastero della Difesa: “Queste attività di aiuto rappresentano un segno tangibile della volontà di supportare fattivamente il Niger a fronteggiare una situazione emergenziale e costituiscono, nel contempo, una chiara dimostrazione di come le missioni svolte dalle nostre Forze Armate all’estero si caratterizzino sempre più marcatamente come interministeriali e interagenzia, nonché come espressione dell’impegno dell’intero sistema-Paese nell’aiuto concreto alle realtà locali dove si interviene e nella tutela degli interessi nazionali”.

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