Skip to main content

Ecco come sgommano i conti 2018 di Pirelli

pirelli

Pirelli sgomma nel 2018 e raggiunge tutti i target operativi 2018 con ricavi pari 5,2 miliardi di euro (+3,7% la crescita organica), utile adjusted a 955 milioni di euro (+9%) e un margine ebit adjusted in crescita al 18,4%. Merito le mercato di alta fascia, visto che il gruppo delle gomme ha registrato un rafforzamento in tutte le aree geografiche sul segmento High Value, che oggi rappresenta il 63,7% dei ricavi complessivi. I volumi High Value hanno di conseguenza registrato una crescita dell’11% con un miglioramento delle quote di mercato sul Car New Premium.

Le previsioni, poi, sono di ulteriore crescita. Per il 2019 infatti Pirelli prevede un aumento del fatturato compreso tra il 4% e il 6% e un margine ebit adjusted in miglioramento al 19% circa. A fine anno il rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda ajusted prima dei costi di start up dovrebbe arrivare a 2,1, dal 2,49 di fine 2018 (2,35 il target della società). Lo stesso gruppo degli pneumatici ha confermato l’obiettivo di portare a meno di 2 volte il rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda adjusted.

Tornando altri numeri del 2018, al 31 dicembre 2018 la posizione finanziaria netta era negativa per 3,18 miliardi di euro (4,038 miliardi a fine 2017), includendo 140 milioni tra anticipi di investimenti finanziari nella joint venture in Cina e interventi di restructuring in Brasile. Il flusso di cassa netto della gestione operativa è stato positivo per 338 milioni (contro i +772 milioni del 2017). L’anno scorso, gli investimenti sono stati pari a 463,4 milioni e per il 2019 il gruppo prevede investimenti per 430 milioni.

Adesso Pirelli, dopo aver centrato i target operativi dell’anno appena trascorso, prepara il nuovo piano industriale al 2022 che presenterà entro fine anno e che, anticipa il gruppo, “rifletterà il nuovo scenario economico, il proseguimento nella riduzione più accelerata rispetto al piano originario dei volumi standard, i cui impatti saranno prevalentemente coperti dai benefici fiscali del patent box, e il rafforzamento dei programmi di trasformazione (decomplexity, contenimento costi e digital transformation) a supporto del maggiore sviluppo dell’high value”, spiegano dal gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera. Un’ultima annotazione: i costi di start-up pari a circa 40 milioni di euro (47,7 milioni di euro nel 2018) sono stati destinati a rafforzare il programma di trasformazione digitale della società, il continuo sviluppo delle soluzioni Cyber e l’avvio dell’attività produttiva della nuova Jv in Cina.

Intanto Pirelli anche quest’anno, si è aggiudicata l’oro nell’ambito del Sustainability Yearbook 2019 di RobecoSam. L’azienda è stata infatti l’unica del settore Auto Components, a livello mondiale, ad aver ottenuto il riconoscimento “Gold Class distinction” nella classifica che viene realizzata annualmente da RobecoSam, la società che ogni anno stila il Dow Jones Sustainability Index analizzando le performance economico-finanziaria, ambientale e sociale che insieme determinano la sostenibilità aziendale.


×

Iscriviti alla newsletter