Nel 2018 la più grande casa automobilistica al mondo, Volkswagen, ha dato chiavi in mano a 10,8 milioni di guidatori. Ma gli strascichi del Dieselgate e la guerra commerciale tra Cina e Usa (che influenza molto il mercato tedesco), hanno reso questa non un’ottima annata, anzi “decente“, come ha dichiarato l’amministratore delegato (Ceo) della più grande azienda tedesca, Herbert Diess. Ecco perché e come si prospetta questo 2019.
L’AUTO DEL POPOLO ARRANCA
Volkswagen ha dichiarato che le performance di profitto del 2018 sono state frenate da due principali problemi. Il primo è legato al passaggio al nuovo metodo di prova dei gas di scarico WLTP che, paragonato al metodo NEDC, dovrebbe fornire valori di consumo e di emissione più realistici. Il secondo riguarda l’approvazione delle nuove norme Ue sul consumo di carburante. Queste ultime, in breve, sono state introdotte a partire dallo scorso 1° settembre per obbligare le aziende del settore a essere più oneste riguardo all’effettivo consumo di carburante. E alcune delle case automobilistiche si sono trovate di fronte alla necessità di imporre prezzi molti bassi per sbarazzarsi delle auto che non rispettavano questa nuova imposizione.
Volkswagen lo scorso anno ha registrato un utile operativo stagnante di 13,92 miliardi di euro, superiore solo dello 0,7% rispetto al 2017. E le previsioni per il prossimo anno non sembrano migliorare.
2019 IST KAPUTT
La casa automobilistica tedesca, parlando della modesta crescita, ha avvertito gli investitori che il 2019 sarà difficile. Commentando l’anno in corso, Diess ha detto: “Il vento negativo che ha investito questo mercato potrebbe soffiare ancora più forte nel 2019. Se gli Stati Uniti dovessero imporre tariffe punitive sulle auto importate, VW teme ulteriori perdite, per miliardi di euro“. Dunque occhi puntati sull’incontro fissato per i primi di marzo in Vietnam tra il presidente cinese Xi Jinping e quello americano Donald Trump. Per quanto riguarda i nuovi obiettivi della VW il Ceo ha detto che attualmente il gruppo sta investendo nella costruzione di macchine elettriche, come nello sviluppo di automotrici e in nuovi servizi di mobilità.
NUOVE DAL MERCATO DEI MOTORI
Se Volkswagen riesce a tenersi stretta la medaglia d’oro per un soffio, Toyota le sta alle calcagna con 10,5 milioni immatricolazioni, in crescita del 2,2%. Il ticket Renault-Nissan-Mitsubishi completa il podio con 10,3 unità vendute; registrando un aumento di +1,3%. La medaglia di legno la conquista General Motors, in calo del 2% e ferma sotto quota 10 (sono state registrate 8,7 milioni immatricolazioni). Ma il gruppo da tenere d’occhio quest’anno è quello che occupa il quinto posto: Hyundai-Kia. Il gruppo automobilistico coreano arriva a una crescita del +3,2% con 7,5 milioni di veicoli venduti. Riuscirà, entro dicembre prossimo, ad arrivare in zona podio? Dopo Ford e Honda (sesto e settimo posto) si palesa Fiat Chrysler, andando in ex-equo con il 2017: 4,8 di auto vendute. Ma guardando col mirino ci si accorge di un cambiamento di peso all’interno di Fca: se Fiat ha perso delle quote di mercato (l’anno del post-Marchionne è costato un calo nelle vendite del 10% rispetto al 2017) Jeep è riuscita a guadagnarne sul mercato statunitense. I marchio simbolo del Made di Usa ha infatti registrato un +8,5% e 2,2 milioni di unità vendute. Piccola curiosità: per questo buon andamento i dipendenti statunitensi (44.ooo persone) FCA riceveranno un bonus produzione di 6.000 dollari entro l’8 marzo.