I 28 Stati membri dell’Unione europea hanno ufficialmente respinto al mittente la proposta dell’esecutivo Ue di inserire l’Arabia Saudita in una black list di Paesi coinvolti in riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo.
Una decisione arrivata dopo le pressioni di Riyadh e di altre giurisdizioni incluse nella lista nera. Già nei giorni scorsi, infatti, fonti europee avevano raccontato alla Reuters l’attività di lobbying messa in atto dall’Arabia Saudita a riguardo. E quando la commissaria alla Giustizia Ue, Vera Jourová, ha dato il via libera al voto sul provvedimento, sarebbero stati subito oltre venti i Paesi contrari, superando immediatamente quindi la soglia dei 21 necessari per il blocco.
Anche il dipartimento del Tesoro americano ha esercitato pressioni su Bruxelles, considerato il fatto che Washington è anche critico sull’inserimento all’interno della lista di quattro territori dove gli Stati Uniti hanno giurisdizione, Samoa Americane, Isole Vergini Americane, Porto Rico e Guam.
Gli Stati membri dell’Unione europea hanno dichiarato che la decisione unanime è stata presa perché l’elenco proposto dalla Commissione europea non è stato stabilito in un processo trasparente che ha incoraggiato i Paesi ad agire, rispettando al contempo il loro diritto di essere ascoltati. Una presa di posizione che, per forza di cose, costringerà la Commissione europea a preparare una nuova lista.
“Sono deluso, ma spero di non sembrare una persona che si sta arrendendo”, ha commentato Jourova. E ancora: “Il processo è stato condotto in modo trasparente e ha seguito l’impegno degli Stati membri dell’Ue ad agire contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo”. La black list pubblicata il mese scorso, seppur provvisoria, comprendeva tra gli altri, anche la Nigeria, Panama, la Libia, le Bahamas, l’Iran, il Pakistan, la Corea del Nord e l’Afghanistan.
I legislatori europei dei principali gruppi, compresi i conservatori e i socialisti, hanno comunque criticato la decisione degli Stati dell’Ue di bloccare la lista.”Se iniziamo a giocare ai giochi politici con quelle liste, l’Ue perde ogni credibilità”, ha detto Markus Ferber, che guida il raggruppamento di centrodestra nel comitato economico dell’assemblea dell’Ue.