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Dietrofront, l’Ue escluderà l’Arabia Saudita dalla black list per il riciclaggio di denaro

russia arabia saudita

L’Unione europea bloccherà il voto sull’inserimento dell’Arabia Saudita all’interno di una black list sul riciclaggio di denaro e il terrorism financing. Fonti europee hanno raccontato alla Reuters le attività di lobbying messe in piedi da Riad nelle ultime due settimane – quelle trascorse da quando la commissaria alla Giustizia Ue, Vera Jourová, ha fatto votare il provvedimento che al momento avrebbe oltre venti paesi contrari e supererebbe quindi la soglia dei 21 necessari per essere bloccato.

Dopo le iniziali proteste formali, è stato re Salman a scrivere di suo pugno una lettera indirizzata a tutte le istituzioni europee e ai governi dei paesi membri: inserire l’Arabia Saudita nella lista “danneggerà la (nostra) reputazione da un lato e creerà difficoltà nei flussi commerciali e di investimento tra il Regno e l’Unione europea, dall’altro”. È un avvertimento già piuttosto chiaro: i sauditi esportano petrolio e importano armi e altri beni dall’Europa, rendere più complicati i traffici commerciali non sarebbe un vantaggio per nessuno, dice il sovrano.

Mentre anche il dipartimento del Tesoro americano esercitava pressioni su Bruxelles – Washington è anche critico sull’inserimento all’interno nella lista di quattro territori dove gli Stati Uniti hanno giurisdizione,  Samoa Americane, Isole Vergini Americane, Porto Rico e Guam) – c’è stato una seconda occasione a stretto giro. Il 24 e il 25 febbraio tutti i principali leader europei erano a Sharm el Shiekh, dove l’Egitto ha ospitato il summit tra Ue e Lega Araba. Là, in terra amica, i delegati sauditi hanno continuato a lavorare ai fianchi gli europei, soprattutto Gran Bretagna e Francia – la premier inglese, Theresa May, ha avuto anche una conversazione riservata con re Salman.

Poi, ultimo passaggio (forse quello definitivo), mercoledì, quando tutti gli ambasciatori europei in Arabia Saudita sono stati convocati dal ministero delle Finanze per discutere la questione e le problematiche collegate. Risultato: tutti i principali paesi dell’Ue sono allineati per bloccare la risoluzione, e in un incontro dei delegati dei 28 membri previsto per oggi a Bruxelles verranno chiarite le posizioni dei singoli prima di un voto definitivo.

Sarà l’Europarlamento a dover approvare la lista preparata dalla Commissione e c’è già un gruppo di 29 eurodeputati che ieri ha firmato una lettera per non cambiare posizione rispetto a Riad: “Rendere la lista finale soggetta a pressioni politiche da parte degli Stati membri, a seconda delle loro relazioni bilaterali con i paesi interessati, danneggerebbe gravemente la credibilità dell’Unione europea”, hanno scritto indirizzando le proteste all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini, e ai commissari Julian King (Sicurezza) e Jourova.



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