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Il break di Conte alla Luiss, fra cantieri chiusi e altri aperti (alla Cina)

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte a tutto campo. Ospite alla Luiss Guido Carli il presidente del Consiglio si è concesso per un’ora alle domande degli studenti accorsi in massa a via Pola per l’evento “Conversazione su Europa e Futuro” alla presenza di Vincenzo Boccia, Emma Marcegaglia, Paola Severino, Gianni Lo Storto. E per godersi una pausa dai due onnipresenti vicepremier, rivendicando le sue prerogative. “Governo sovranista? – risponde stizzito a uno studente – lei forse si riferisce all’indirizzo della Lega, l’indirizzo del mio governo è molto più articolato”. Democrazia digitale? “Sarebbe pericoloso abbandonare quella rappresentativa, possiamo adoperare la consultazione diretta ma ci sono dei limiti” chiosa a un altro ragazzo con un’interpretazione originale del mantra digitale targato Cinque Stelle.

Il break alla Luiss spezza una giornata da tachicardia per la politica italiana. Il voto del Senato sul caso Diciotti che ha negato l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. I preparativi per la visita a Roma e Palermo del presidente cinese Xi Jinping, pronto ad atterrare nel Belpaese con una delegazione monstre di 500 persone per firmare dozzine di intese con le imprese italiane e soprattutto il tanto discusso memorandum sulla Belt and Road Initiative. Per ultimo il ping pong nella maggioranza sul decreto sblocca cantieri, su cui rimane un solco fra Lega e Cinque Stelle, specie sul nodo delle grandi opere. Sarà forse sciolto nel Cdm fiume delle 18.30, “attendetevi l’approvazione di un decreto importante” ha confidato Conte ai giornalisti.

“Cantiere” è stata la parola chiave dell’intervento del premier a via Pola. Tanti i cantieri aperti con cui deve fare i conti il governo gialloverde. Quelli al Nord, dove la Tav è solo una delle tante opere rimaste in sospeso. C’è chi chiede a gran voce l’autonomia, ma Conte frena: “Ci stiamo misurando con qualche dubbio applicativo, presentare al parlamento un’intesa tout court mi sembra poco rispettoso delle sue prerogative, dobbiamo prevedere una modalità per interloquire senza arrivare a un’alternativa secca”. Poi ci sono le tante infrastrutture abbandonate a sé stesse nel Sud Italia. “Il Sud ha bisogno di interventi mirati – ha detto Conte – stiamo lavorando per convocare tavoli istituzionali e coinvolgere imprenditori locali in Molise, Basilicata, Puglia”. Lo sblocca-cantieri è un passo avanti, e nel decreto saranno anticipate alcune misure del codice degli appalti, dice, ma per avere un quadro chiaro “bisogna uscire da Palazzo Chigi e andarci di persona, per questo sono stato sul cantiere della statale Caltanissetta-Agrigento”. Lo Stato deve essere presente al Sud, anche con piccoli gesti simbolici: “ho intenzione di far svolgere un Consiglio dei ministri in Calabria, una delle regioni del Sud più abbandonate a sé stesse”.

Altri cantieri invece sono già aperti, e il governo vuole ampliarli, con qualche aiutino da fuori. A questo, secondo Palazzo Chigi, servirà l’adesione italiana alla Nuova Via della Seta che sarà celebrata durante la visita romana di Xi. “È un’opportunità che si offre all’Italia e alle imprese italiane, abbiamo chiuso lo scambio commerciale nel 2018 di 44 mld con la Cina, una cifra che a breve è destinata a levitare – spiega il premier agli studenti. Il ragionamento di fondo non cambia: bisogna aver fiducia nella Bri cinese perché è un’occasione per l’export italiano, anche se non è chiaro come e quando, concretamente, “leviterà” l’interscambio. Leviteranno senz’altro gli investimenti cinesi in Italia, specie nelle infrastrutture, e questo preoccupa non poco l’alleato statunitense. Conte, non prima di aver incoronato l’Italia come “terminale ideale” del piano cinese, cerca ancora una volta di rassicurare Washington. “La nostra politica è chiara: la collocazione euro-atlantica non si discute, un memorandum non altera le alleanze tradizionali che finora ci hanno garantito un ombrello di protezione cui non rinunceremo mai”. C’è un ma: “non vedo perché non dovremmo cogliere il ventaglio di opportunità che ci vengono offerte”. Il memorandum “non sarà vincolante” e ci saranno tutte le garanzie del caso, promette Conte, strizzando perfino un occhiolino a Greta Thunberg e al suo movimento green: “Siamo l’unico Paese Ue che ha chiesto e ottenuto di citare nel memorandum questi principi ambientali”.

Faccende domestiche a parte, c’è il cantiere europeo con cui fare i conti. Un edificio che sta per perdere, non nel migliore dei modi, un suo pezzo fondamentale: il Regno Unito. “La Brexit ci insegna che alcune decisioni sono molto complesse e si rivelano anche molto sofferte – sospira Conte commentando le confuse notizie che arrivano da Downing Street. Il governo rispetta il divorzio di Londra ma, confida il premier agli alunni, la vicenda Brexit “lascia un filo di tristezza”.

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