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L’impresa e il lavoro al centro. Ripartendo dalla dottrina sociale della Chiesa

Di Benedetto Delle Site
Piazza San Pietro

Il tema della lotta alla povertà e della ridistribuzione della ricchezza è stato posto al centro dell’agenda del governo e all’attenzione dell’opinione pubblica dall’introduzione in Italia di una nuova forma di sussidio, il reddito di cittadinanza. Eppure, nell’ottica di un contrasto duraturo della povertà, mentre si discute di come debba essere ripartita la ricchezza incamerata dallo Stato, totalmente evaso è il tema di come questa ricchezza si possa tornare produrla.

E’ singolare come la problematica è stata messa a fuoco proprio dal magistero sociale della Chiesa col suo mettere in guardia da politiche sociali ed economiche neo-assistenzialistiche che attraverso i sussidi, anziché sconfiggere la povertà, deresponsabilizzano e alimentano forme di dipendenza. Al contrario, secondo l’insegnamento sociale dei pontefici, le imprese sono chiamate a dare un forte contributo affinché il lavoro conservi la sua centralità e dignità.

E mentre nel Sud del mondo ogni anno milioni di persone fuoriescono dalla povertà avviando nuove attività economiche grazie a strumenti di inclusione al credito, forse è il tempo anche da noi di supportare quei giovani con la vocazione di fare impresa. E di riconoscere il ruolo sociale dell’imprenditore.

In questo un aiuto può darlo la dottrina sociale della Chiesa, con il suo esaltare l’attività imprenditoriale quale nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo. Una nobile vocazione perché legata alla capacità creativa della persona umana, alla sua responsabilità e libertà.

Una inedita alleanza nel segno di una riscoperta della vocazione autentica dell’imprenditore potrebbe intercorrere proprio tra imprenditoria illuminata e Chiesa cattolica, le ultime due sentinelle contro la proposizione di modelli sociali regressivi eredi di ultima generazione dell’anatema contro lo sviluppo lanciato a suo tempo dal demografo inglese Thomas Malthus.

Su questi argomenti i Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) del Lazio congiunti al Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria presieduto da Giulio Natalizia, nel solco del protocollo d’intesa sui temi etici siglato fra le due organizzazioni, terranno a Roma un “Business Leaders Share” (il primo di una serie di incontri con personalità grandi e giovani del panorama sociale ed economico italiano e internazionale) che vedrà protagonista l’economista e banchiere piacentino Ettore Gotti Tedeschi.

Gotti Tedeschi, che ha partecipato alla stesura della parte economica di una pietra miliare del pensiero sociale della Chiesa, l’enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI, da tempo scrive di ricchezza e di morale, tanto da essere un’autorità su questi temi, nonostante la sua poca aderenza ai canoni del politicamente corretto. Secondo Gotti Tedeschi, a dispetto di Max Weber, è il cattolicesimo ad aver generato l’economia di libero mercato e le eresie ad averla viziata. E sarà il cattolicesimo l’elemento della sua salvezza. Una posizione forse poco convenzionale ma di notevole interesse.

A condurre il Business Leaders Share è stato chiamato Francesco Giubilei, giovane imprenditore nel settore dell’editoria. L’evento – dal titolo “Una nobile vocazione, alle radici dell’economia di mercato” – si terrà a Roma giovedì 4 aprile 2019 alle ore 17.00 presso la Sala convegni dell’Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, in piazza Capranica 72.

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