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Salvatore Rossi lascia Bankitalia e Ivass. Foto di Pizzi

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Salvatore Rossi e Laura Zavattaro
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Salvatore Rossi e Laura Zavattaro
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Salvatore Rossi e Fabrizio Saccomanni
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Giancarlo Giorgetti e Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi e Laura Zavattaro
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Marcella Panucci e Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi e Luigi Gubitosi
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Salvatore Rossi e Antonio Patuelli
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Salvatore Rossi e Antonio Patuelli
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Ercole Pietro Pellicano e Salvatore Rossi
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Gianni Letta e Salvatore Rossi
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Gianni Letta e Salvatore Rossi
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Gianni Letta e Salvatore Rossi
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Ercole Pietro Pellicano e Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi ed Enrico Giovannini
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Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi e Paolo Guerrieri
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Salvatore Rossi e Claudio De Vincenti
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Salvatore Rossi
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Mario Nava, Jean Tirole e Salvatore Rossi
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Salvatore Rossi
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Il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, lascia il suo incarico, rinunciando a un possibile secondo mandato. In una lettera ai colleghi di Via Nazionale e dell’Ivass, Rossi afferma che lascerà gli incarichi di direttore generale di Palazzo Koch e di presidente dell’Ivass “fra qualche settimana”.

“Lascerò i miei incarichi – scrive Rossi – di direttore generale della Banca d’Italia e di presidente dell’Ivass fra qualche settimana, dopo quasi 43 anni di un percorso professionale tutto avvenuto all’interno della banca e poi anche dell’Ivass. Per assicurare la funzionalità dei due istituti uscirò formalmente solo dopo che sia stato completato l’iter della mia sostituzione e comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato”.

E ancora: “Sono stati anni per me molto belli e pieni – spiega il direttore generale – nonostante le difficoltà e le turbolenze attraversate. Mi sono adoperato per far sì che la Banca d’Italia mantenesse la sua natura di istituzione al servizio dell’interesse pubblico, ma che cambiasse quando e dove necessario; che l’Ivass compiesse la transizione rispetto all’assetto precedente e si rilanciasse all’esterno”.

“Confido – continua Rossi – che dopo il ciclo ora in chiusura possa aprirsene un altro: mi piacerebbe ad esempio trasmettere quel che ho imparato finora a quante più persone possibile, di ogni età e condizione culturale, attraverso strumenti come l’insegnamento, libri e articoli, interventi sui media. Ovviamente nel mio stile, che si sforza di essere non accademico e comprensibile”.

(Foto Umberto Pizzi – riproduzione riservata)

(Testo Askanews – riproduzione riservata)

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