Costo del denaro inchiodato allo 0% e nuove iniezioni di liquidità al sistema bancario. Il bazooka di Mario Draghi ha sparato, rispettando le previsioni della vigilia (qui l’articolo di Formiche.net di due giorni fa). A pochi mesi dalla fine del Quantitative Easing la Banca centrale europea si prepara a fornire nuovo ossigeno all’economia europea, attraverso la concessione di nuovi prestiti a lungo termine a tutte quelle banche, soprattutto spagnole e italiane, che non riescono a raccogliere la liquidità necessaria per rispettare i parametri di Basilea sia sul mercato, attraverso l’emissione di bond sia attraverso i prestiti interbancari.
L’Eurotower ha in questo senso annunciato infatti un nuovo round di finanziamenti a lungo termine per il sistema bancario (le cosiddette Tltro), con scadenza minima biennale. La nuova serie di operazioni sarà lanciata a partire da settembre 2019 e terminerà nel marzo 2021. Le operazioni di rifinanziamento avranno cadenza trimestrale e ciascuna avrà una scadenza di due anni. L’azione di Draghi alla guida della Bce si conferma quindi ancora una volta tutta orientata all’espansione, attraverso azioni mirate a sostegno dell’economia. “Queste nuove operazioni”, hanno fatto sapere dall’Eurotower, “aiuteranno a mantenere condizioni di credito favorevoli per le banche e aiuteranno con una trasmissione efficace della politica monetaria”.
In base al nuovo programma di aste Tltro, le controparti potranno prendere a prestito fino al 30% dello stock di prestiti idonei alla data del 28 febbraio 2019, a un tasso che sarà indicizzato al tasso di interesse sulle principali operazioni di rifinanziamento per tutta la durata dell’operazione. Come gli altri programmi Tltro, già messi in campo dalla Banca centrale, le nuove aste prevedono degli incentivi per mantenere condizioni di credito favorevoli. La prima serie di Tltro era stata annunciata nel giugno del 2014, la seconda, composta da 4 operazioni, nel marzo 2016.
Ma non c’è solo il bazooka, che peraltro ha fatto scendere lo spread a 240 punti base a metà giornata, ai minimi da settembre 2018. Un altro aiuto prezioso a un’Eurozona in nuova crisi conclamata (la Bce ha anche rivisto al ribasso le sue stime di crescita dell’Eurozona. Nel 2019 il Pil crescerà solo dell’1,1% e nel 2020 aumenterà dell’1,6%, contro l’1,7% previsto per entrambi gli anni nelle precedenti previsioni del dicembre 2018. Per il 2021 la Bce conferma una crescita dell’1,5%) è arrivata dal rinvio dell’innalzamento dei tassi. Il denaro, insomma, continuerà a costare relativamente poco.
Draghi ha infatti esteso l’orizzonte fissato fino ad oggi per l’attuale politica dei tassi zero, comunicando che resteranno agli attuali livelli fino a fine 2019. Francoforte ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%.