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Airbus e non solo. Tutti gli accordi tra Macron e Xi

Non solo aerei, ma anche un parco eolico, lo stop all’embargo al pollo francese per effetto dell’aviaria e un nuovo centro Beauburg a Shangai. Sono tanti e sostanziosi gli assegni che la Francia sarebbe riuscita a staccare a poche ore dal vertice a Parigi tra il presidente cinese Xi Jinping, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, per un “un incontro di alto livello sulle sfide del multilateralismo” e della cooperazione internazionale più marcata. 30 miliardi sarebbe la commessa concordata per i soli Airbus, ma sono circa 15 gli accordi sottoscritti nel bilaterale tra Francia e Cina.

Si chiama Dongtai il nuovo parco eolico off-shore previsto al largo della provincia di Jangsu, a nord di Shangai. Un miliardo di dollari per due parchi da 500 MW che saranno operativi dal 2021. Era l’ottobre del 2017 quando, Antoine Cahuzac, Ceo di EDF Renouvelables annunciava l’accordo. Diciotto mesi dopo è cosa fatta.

L’accordo raddoppierebbe la fornitura attualmente assicurata dalla francese EDF Renouvelables, che è già presente in Cina con una produzione pari a 413 MW di energia sia eolica che solare. Il colosso energetico francese, che già produce 5,3 GW di eolico offshore nel mondo, ha preso piede nel 2016 in Cina con l’acquisizione dell’80% della Società UPC Asia Wind Management (AWM), già presente sul mercato cinese.

Sono lievitati a 300 gli Airbus che saranno frutto dell’accordo quadro con China Aviation Supplies Holding Company (Cas). Il documento è stato siglato da Guillaume Faury, presidente di Airbus Commercial Aircraft e futuro amministratore delegato del gruppo, e da Jia Baojun, presidente di Cas.

Più precisamente, l’accordo quadro, che riguarda l’acquisto di 290 aeromobili della Famiglia A320 e dieci aeromobili della Famiglia A350 XWB, intende sfamare la forte domanda dei vettori cinesi per l’insieme dei segmenti del mercato: i voli interni, low cost, regionali e internazionali di lungo raggio. Secondo le previsioni sul mercato cinese effettuate proprio da Airbus che marca a uomo il cliente orientale, per il periodo 2018-2037, la Cina avrà bisogno di circa 7.400 nuovi aeromobili, fra cargo e passeggeri, vale a dire oltre il 19 per cento dell’insieme della domanda mondiale che si attesta a circa 37.400 nuovi aeromobili.

Saranno solo ali, zampe e teste di pollo, ma secondo l’Organismo FranceAgriMer, nel 2015, 3.570 tonnellate di questi prodotti, valevano fino a 7 miliardi di euro. La visita di Xi ha prodotto anche un colpo di spugna sull’embargo che proprio dal 2015 pesa su queste parti animali a causa dell’aviaria che si era propagata in alcuni allevamenti francesi. Il nuovo accordo, frutto dell’intesa raggiunta tra il ministero dell’agricoltura francese e l’Amministrazione generale delle dogane cinesi, permetterà ora di smaltire un prodotto poco apprezzato in Europa ma di cui sono molto ghiotti in Oriente.

Ma chi si occuperà del trasporto di tanta merce? L’armatore francese CMA-CGM, terzo player mondiale, ha annunciato l’acquisto di 10 cargo che saranno costruiti in Cina da China State Shipbuilding Corporation (CSSC), uno dei principali conglomerati pubblici del settore navale. Imbarcazioni di 366 metri, capaci di trasportare fino a 15mila container, a basso impatto ambientale (almeno cinque a gas naturale liquido, le altre ibride), che solcheranno i mari della tratta Asia-Mediterraneo a partire dal 2021.

Nel ventaglio di accordi e nuove prospettive economiche che vanno dall’esplorazione lunare alla lotta contro il riscaldamento climatico, infine, non manca un omaggio alla nuova geopolitica dell’arte e della cultura. È atteso per il prossimo novembre il nuovo centro Beaubourg, proprio a Shangai, là dove nel quartiere super trendy della Concessione, ultimo avamposto coloniale, si respira ancora un’atmosfera francese.

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