Che c’entra Internet con il Barocco? Niente, verrebbe da dire. Ma solo se non si è letto l’ultimo saggio di Mario Morcellini, L’essenziale è visibile agli occhi. Una riflessione radicale sulla comunicazione tratta dal ciclo di lezioni davanti alla “macchina teatrale” di Sant’Ignazio, nato appunto da una lezione tenuta davanti all’altare di Sant’Ignazio alla Chiesa del Gesù a Roma, che si è poi trasformata in un ampio e profondo viaggio nel mondo della comunicazione.
Proprio di questo si è parlato ieri 12 marzo all’Istituto pontificio di musica sacra, dove – partendo dal barocco – si è arrivati a chiedersi cosa stia accadendo ai moderni sotto il peso della presa di possesso della comunicazione.
“Non solo la letteratura sul barocco è molto interessante – ha spiegato Mario Morcellini – ma elabora una prima concezione di comunicazione senza mai nemmeno nominare la parola comunicazione. È dal barocco che il mondo moderno ha cominciato in modo straripante a comunicare. E dall’epoca del barocco la comunicazione non si è più fermata”.
“È incredibile come sia possibile partire dal barocco e arrivare ai giorni nostri usando la comunicazione come unico e primario fil rouge”, ha riferito il Rettore dell’Unitelma Antonello Folco Biagini. “C’è un collegamento tra arte barocca e modelli e sistemi di comunicazione che non avrei mai immaginato così forte”.
“L’essenziale è visibile agli occhi indica come nel nostro tempo stiamo rischiando di cambiare la concezione della realtà. Ma se noi ci fermiamo a pensare, ci accorgiamo che non possiamo vivere di sola realtà. Si tratta di un messaggio apparentemente metafisico, ma vale per tutti”, ha spiegato Mario Morcellini. “Gli uomini non possono vivere di sola realtà e la comunicazione attacca questa nostra predisposizione a condizione che un minimo rapporto tra verità vera e verità stabilita si instauri”.
“Ma c’è un’altra considerazione alla quale il barocco, e la Chiesa di Sant’Ignazio come passerella comunicativa in particolare, ci consente di arrivare, ovvero una riflessione – fondamentale al giorno d’oggi – sulla pervasività e sul sequestro dell’attenzione che il mondo digitale ha sulle persone e soprattutto sui giovani”, ha concluso Morcellini.
“È venuta fuori, secondo la mia percezione, un’arte oratoria di tempi antichi, perché capace di trasmettere e comunicare non solo elementi di conoscenza nel caso specifico riferiti a questa grande e solenne celebrazione della figura di Sant’Ignazio di Antiochia e dell’arte barocca, ma anche di trasmettere sentimenti ed emozioni”, ha commentato il consigliere di Stato e direttore della collana Carlo Mosca. “Quanto si perde nel diventare moderni seguendo distrattamente il filo dell’imitazione? Quanto stanno perdendo i nostri giovani modificando il linguaggio non solo formale, ma soprattutto interiore? Io penso che il cambiamento che vi è stato negli ultimi decenni ci deve far riflettere e far attivare in noi piccole rivoluzioni di reazione a questa ipercomunicazione che interferisce con la nostra dimensione di umanità”, ha concluso. “Riempire i gusci lasciati vuoti dall’arida e affannosa quotidianità”, ha fatto da eco Morcellini.