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“Il Po d’amare”. Ecco la prima sperimentazione dell’innovativo sistema di raccolta dei rifiuti

rifiuti

Otto big bags colmi di rifiuti e 92 chili di plastica avviati a riciclo sono il risultato di un progetto finalizzato ad arginare il marine litter e realizzato sul fiume Po per 4 mesi, tra luglio e novembre 2018. La sperimentazione “Il Po d’Amare” è uno dei primi progetti al mondo per la prevenzione dei rifiuti, predisposto dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia e realizzato con la collaborazione dell’Autorità di Bacini del Po. I rifiuti portati dal più grande fiume italiano, sono stati intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico e avviati a riciclo.

Per arginare il grave fenomeno del marine litter, che infesta da anni mari e oceani, occorre agire in primo luogo nei corsi d’acqua, intercettando i rifiuti prima che arrivino in mare: è più facile ed economico e previene l’inquinamento marino e la possibile formazione delle microplastiche. I rifiuti marini, infatti, provengono per l’80% dalla terraferma e raggiungono il mare attraverso i corsi d’acqua e gli scarichi urbani; per il restante 20% derivano da attività di pesca e navigazione.
“Credo molto nell’importanza di sperimentazioni come questa – ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – alla luce soprattutto della loro possibile replicabilità. Siamo ormai prossimi all’arrivo in Consiglio dei ministri della “Legge Salvamare” dove è prevista la collaborazione dei pescatori per il recupero della plastica in mare e stiamo lavorando affinché sia possibile raccogliere la plastica anche nelle acque dolci”.

Tra le principali cause del marine litter vi sono la non corretta gestione dei rifiuti, la scarsa pulizia delle strade, abbandoni illeciti. Il nostro Paese, con l’estensione delle sue coste e la sua posizione al centro del Mediterraneo, è particolarmente esposto a questo problema. Il progetto sperimentale ha raccolto circa 3 quintali di rifiuti, di cui il 40% (circa 92 chilogrammi) di plastica, costituita per lo più da imballaggi utilizzati in ambito agricolo e industriale. I rifiuti intercettati sono stati avviati a riciclo, con il supporto di Corepla.

“Nel bacino del Po sono coinvolti 3200 comuni – ha dichiarato il presidente di Corepla Antonello Ciotti – e i risultati della sperimentazione dimostrano che una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d’acqua più puliti. Ad oggi, a livello nazionale, 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati. C’è ancora molto d fare, ma un efficiente servizio di raccolta differenziata finalizzata al riciclo è un potente antidoto all’inquinamento di fiumi e mari”.

Il progetto “acchiappa rifiuti” ha realizzato la raccolta dei rifiuti attraverso l’installazione di barriere galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume, progettate da Castalia e posizionate a 40 chilometri dalla foce, nel comune di Ferrara.

“Un progetto importante che dimostra come sia possibile intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare e diventino un grave problema ambientale – ha commentato il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi -. Una volta in mare, infatti, i rifiuti sono difficilmente riciclabili e le plastiche si trasformano nelle pericolose microplastiche”.

Si tratta di una prima sperimentazione di un progetto che proseguirà con nuove iniziative anche nel corso del 2019 e da cui si possono trarre già alcune importanti conclusioni: il sistema di captazione funziona, avendo recuperato tutti i rifiuti galleggianti; tutta la plastica intercettata era in buone condizioni ed è stata possibile avviarla a riciclo e reimmetterla nel sistema produttivo risparmiando nuova materia prima.

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