Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

No al fuoco amico contro Zingaretti come con Renzi. La promessa di Pezzopane

Basta fuoco amico, Zingaretti stia tranquillo, nessuno dovrà fargli passare ciò a cui è stato sottoposto Renzi da segretario e da premier. Questa la tesi della senatrice del Pd, Stefania Pezzopane, che affida a Formiche.net, non solo la sua analisi centrata tra il voto alle regionali e quello alle europee, ma più in generale un ragionamento che parte dalla scissione e giunge a perimetrare la nuova era di Nicola Zingaretti.

Renziani contro zingarettiani: questo lo scenario che esce dalla direzione di ieri?

Non solo non c’è una contrapposizione, ma mi sembra che su alcuni degli obiettivi proposti in direzione ci sia una certa condivisione. Il deliberato finale è stato approvato a stragrande maggioranza, al di là dei distinguo sui social.

Come il tweet polemico su chi arriva sempre secondo di Anna Ascani?

Ciò che conta è solo che l’organismo neo eletto abbia sostenuto una linea, che poi è l’unica possibile al momento, considerando il sistema elettorale in vigore alle elezioni europee: ovvero presentarci con una lista robusta che possa nei territori avere un riscontro utile.

Proprio in prospettiva europee, come pesare la scelta di Sandro Gozi di candidarsi con il partito di Macron e non con il Pd?

Si tratta di scelte che andranno valutate successivamente e non ora. Solo allora potremo capire se diverranno o meno delle candidature vere e proprie.

Il nuovo logo per le europee annunciato da Zingaretti nasconde il simbolo del Pd o apre al civismo?

Sono d’accordo nel mantenere il simbolo del Pd, sarebbe stato un grave errore volerne fare a meno alle prossime europee. Ma condivido quella volontà di inserire quel riferimento all’Europa: noi ci presenteremo alle urne non volendo né distruggere né diminuire la portata della scelta europeista. In questo modo la ribadiamo in modo fermo anche nel simbolo. Mi auguro che il Pd europeo sia per l’Europa l’argine a quelle forze politiche che vanno a Bruxelles col desiderio solo di smantellarla.

La performance del Pd in Basilicata è un altro miglio percorso per sorpassare definitivamente il M5s oppure è la certificazione comunque di una sconfitta, come in Abruzzo e Sardegna?

Ho una lettura univoca dei tre risultati regionali. Si tratta di tre regioni con le caratteristiche proprie di zone economicamente in difficoltà in cui si è determinato il medesimo equilibrio elettorale: ovvero una vittoria netta del centrodestra, con il Pd in coalizione che arriva sì secondo ma stacca in modo importante il M5s e si ripropone come l’alternativa ai vincenti. La lista Pd, che in Basilicata aveva un simbolo modificato, ha messo a disposizione candidati anche in altre liste. Per cui sono stati eletti, anche se non nella lista Pd, figure che ai dem fanno riferimento come Sandro Mariani in Abruzzo, fino al giorno prima capogruppo piddì in regione. Naturalmente abbiamo perso.

Quindi?

Il segno non è dato dal nuovo segretario, ma dalla fase politica generale. Penso che comunque vi sia uno spunto di ripresa non solo perché usciamo “dalla gabbia” in cui il centrosinistra si era chiuso nelle politiche del 4 marzo, ma perché il M5s in tutte le regioni mostra un dimezzamento rispetto all’anno scorso. Inoltre in Basilicata c’è, a differenza dell’Abruzzo, una forza di sinistra candidatasi fuori dalla coalizione che è andata molto avanti.

Secondo l’on. Luciano Nobili la guerra che ha dovuto subire Renzi è esattamente vedersi attribuite tutte le sconfitte della sinistra passate, presenti e future. E osserva che è ridicolo celebrare come positiva la sconfitta di ieri. Che ne pensa?

In queste primarie ho sostenuto con impegno Martina e sono stata eletta in assemblea nazionale candidandomi. Sono molto amica di Zingaretti dai tempi della Figc romana e in seguito da presidenti di provincia. Ricordo la sua visita nel giorno del terremoto all’Aquila per darci supporto. Ma, al netto della nostra profonda amicizia, ho ritenuto di dover mantenere il mio campo. Dal momento in cui è stato eletto ho ritenuto di dover dire a tutti “basta fuoco amico”. Gran parte del logorìo della figura di Renzi è stata determinata dal fuoco amico e dalla scissione. Uno scenario che non auguro a Zingaretti e non sarò minimanente artefice di quello a cui, con dolore, ho dovuto assistere in questi anni.

Non tutto è stato però rose e fiori…

Certo, anche Renzi ha commesso degli errori ma li abbiamo commessi tutti insieme in quell’area politica e li ha fatti complessivamente il Pd. Quelle misure che oggi vengono definite errori, ieri vennero votate da tutti. Renzi resta una figura di straordinario valore e gli ultimi risultati elettorali non possono essere imputati al passato, visto che Renzi è uscito dalla gestione, né al presente visto che Zingaretti è appena arrivato. Vorrei precisare che dopo il 4 marzo tutto il gruppo dirigente si è fatto carico di questa fase, consentendo al Pd di risalire una china difficilissima.

twitter@FDepalo

×

Iscriviti alla newsletter