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Il Pd guardi avanti. La ricetta di Bazoli: welfare, ambiente e lavoro

Basta con le tesi sui Lingotti, sugli Ulivi o sulle scissioni. Il Pd ha l’obbligo morale di guardare avanti e di concentrarsi solo sui temi salienti, come il welfare, l’ambiente e il lavoro.

Questa la ricetta del deputato bresciano Alfredo Bazoli (nipote del noto banchiere Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo), renziano della prima ora, che in questa conversazione con Formiche.net perimetra il nuovo corso del Pd zingarettiano, “lontano dalle polemiche sul passato e solo concentrato sui progetti futuri”.

Il nuovo logo del Pd, con il riferimento al “Siamo europei”, va nella direzione unitaria auspicata dal segretario?

Il tentativo è proprio quello e penso che sia sulla strada giusta in questo momento della vita politica del paese. Per il Pd è doveroso allargare le basi del suo consenso anche a quei mondi esterni al partito, per tentare di dare anche un segnale di vitalità e ripresa dopo un anno vissuto in difficoltà. Per cui avere un simbolo che rimanda a questa apertura la considero una cosa utile. Un buon risultato alle elezioni europee darebbe davvero il senso di una nuova pagina, con una buona dose di fiducia verso chi ci guarda come speranza e alternativa.

Dialogare con gli scissionisti di ieri, ma senza smarrire i civici cari a Calenda: questa la sfida di Zingaretti?

Francamente non penso che il problema sia tentare di riannettere pezzi di partito e di gruppi dirigenti che sono andati via. Adesso la sfida che ci si presenta dinanzi è quella di dialogare con la società italiana per offrire una risposta al malessere profondo che esiste e che si è espresso nel grande consenso elettorale verso i partiti populisti. Un momento dopo è chiaro che dovremo aprire un canale con altri soggetti e movimenti politici, ma partirei come priorità dalla nostra capacità di dare risposte prima che dall’intenzione di aggregarci con altre realtà. Dobbiamo ripartire da noi stessi, dalla nostra capacità di avere prospettive, di avanzare proposte di merito.

Con quali ambiti prioritari?

Penso che in questo momento abbiamo bisogno di dare il senso della nostra presenza: per cui mi auguro che alle Europee il Pd prenda più di quanto ottenuto alle politiche di un anno fa, magari agganciando e superando il M5S. Ma al contempo il Pd ha bisogno di costruire una proposta politica adeguata ai tempi che abbiamo di fronte. Che sia più radicale e anche coraggiosa rompendo gli schemi. Il disagio profondo della società italiana va aggredito con strumenti nuovi che sino ad oggi non siamo stati capaci di costruire. È solo quella la strada per sottrarre consensi ai partiti populisti, ma occorrerà del tempo per elaborarla.

In che senso radicale?

Nel senso che ci vuole molto più coraggio sui temi salienti, come il welfare, l’ambiente e il lavoro. Aggiungerei anche una nuova proposta sui temi istituzionali, in quanto denoto un certo smarrimento sotto questo punto di vista. Invece questo problema non si è esaurito con il no al referendum, anzi, ancora oggi dobbiamo capire quale assetto istituzionale vogliamo: se maggioritario, proporzionale o federale e se c’è la volontà di modificare il bicameralismo paritario.

Da queste colonne l’on. Luciano Nobili ha richiamato il Pd contro il nostalgismo pre Lingotto: ha ragione?

Sono un po’ stufo delle polemiche interne, un po’ anche caricaturali, di chi vorrebbe tornare indietro o di chi vuole andare avanti. Penso semplicemente che il Pd dovrebbe avere lo sguardo rivolto solo al futuro, senza continuare a rinfacciarsi eredità del passato che oggi non ci sono più. Ciò che abbiamo dinanzi fa parte di uno scenario totalmente inedito rispetto a quello degli ultimi quindici anni. Per cui o ci apprestiamo ad affrontarlo con mezzi nuovi oppure queste schermaglie sul pre Lingotto o sul post Ulivo ci faranno rimanere agganciati ad un mondo passato. Facciamo quindi tutti lo sforzo di guardare avanti.

A proposito di futuro: il congresso per la famiglia di Verona è un ritorno al Medioevo o una legittima posizione?

È  una legittima posizione, però la famiglia in quell’iniziativa viene strumentalizzata in un’operazione che con la famiglia c’entra poco, perché mira a mettere assieme l’identità diffusa della nuova destra sovranista. Mi sembrerebbe un’operazione costruita a tavolino, per dare una nuova identità politica a questa destra. In tale contesto la famiglia viene usata come vettore. La costruzione di un profilo identitario di questa nuova destra è il passo successivo.

twitter @FDepalo

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