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Perché la Cdu tedesca di Kramp-Karrembauer vira a destra

La nuova Cdu della prima era post merkeliana vira a destra. E lo fa con due mosse ad incastro: da un lato l’inasprimento delle politiche migratorie, dopo l’accoglienza tout court dell’ultimo lustro deciso dalla Cancelliera e dall’altro una dialettica diversa e più aspra, come dimostra il discorso di Annegret Kramp-Karrembauer sui bagni per i transessuali.

Una strategia che ha come obiettivo giungere alle prossime scadenze elettorali di maggio (europee e amministrative) con un piglio diverso. La nuova leader vuole posizionarsi come un contro-modello conservatore a differenza del suo predecessore.

QUI CDU

Passerà alla storia come il discorso di Carnevale, quello in cui Akk nel Baden-Württemberg Stockach, a proposito dei servizi igienici per il terzo sesso, aveva detto: “Questo è per gli uomini che non sanno ancora se possono stare in piedi o seduti”. Una frase che Angela Merkel non avrebbe mai pronunciato e che le ha provocato molte critiche sia dai sui principali competitors (come i Verdi, che le hanno chiesto di scusarsi pubblicamente), sia dall’interno del suo partito, timoroso di uno scivolamento troppo a destra.

Critiche che Akk ha respinto con energia: “Se siamo tesi come negli ultimi giorni, allora un pezzo di cultura in Germania è perso e non dovremmo permetterlo. Siamo le persone più tese del mondo”.

Ma è evidente che il tutto è finalizzato ad un clima prettamente elettorale, visto e considerato che è stata la stessa Akk a mettere l’accento sul peso specifico della strategia centrista. Ha definito la Cdu alle prese con una campagna elettorale europea “impegnata”, dal momento che “questa non è un’elezione europea come le altre”, ha detto, facendo trasparire il reale obiettivo della sua presa di posizione. Ovvero “una questione cruciale”. Il nervo scoperto, dunque, è quello relativo alla protezione delle frontiere e ad una nuova era per il partito che, più di altri, ha l’esigenza di recuperare non solo il terreno elettorale perduto in Assia, ma più in generale la fiducia di chi oggi guarda a Verdi e Afd.

PIU’ FRONTIERE

Kramp-Karrenbauer ha invitato l’Unione europea a non preoccuparsi di ogni piccola cosa, ma di concentrarsi su temi primari, come appunto quella che lei stessa ha ribattezzato “la grande domanda che dobbiamo garantire”. Il dossier migranti, quindi, in cima alle sue preoccupazioni e la direzione di marcia imboccata lo certifica. La Germania, secondo la vulgata di Akk, potrebbe chiudere i propri confini se dovesse subire con un’altra crisi migratoria.

Non dimentichiamo che nel 2015 la cancelliera aveva allentato i controlli alle frontiere consentendo l’ingresso fino a 13.000 migranti al giorno e in totale almeno a 1,2 milioni (solo in quell’anno). Una decisione che fu da un lato popolare in determinati settori della società, ma dall’altro avversata in quelle regioni dell’est che in seguito hanno mostrato tutto il proprio disagio non votando più la Cdu.

Il tutto, però, preservando l’immagine anti-populista della strategia intrapresa, ovvero non scivolando sulle esasperazioni tanto care ai nazionalisti di Afd. Riferendosi a loro, Akk ha pecisato più volte che “chi vuole odiare, chi vuole l’esclusione, chi vuole il nazionalismo, chi vuole che la Germania esca dall’Unione, può votare Afd”.

CARTA MERZ

Ma non è tutto: perché in vista delle prossime urne, al fine di fermare l’emorraga di voti che dal centro stanno andando a Verdi e destrorsi di Afd ecco il ramoscello di ulivo al liberale Friedrich Merz, già competitor di Akk nell’assemblea del gennaio scorso: pronta la poltrona di Vice Presidente del Consiglio Economico della Cdu per dare l’assalto alle campagne elettorali statali in Sassonia, Turingia e Brandeburgo.

Una mossa strategica ed elettorale al contempo, non fosse altro perché anche Akk ha capito che l’esponente liberale può esserle prezioso, in quanto cerniera con il mondo delle multinazionali e delle imprese, in ansia sia per via del diesel-gate, sia per via dei possibili riverberi sull’asse Washington-Berlino per il gasdotto Nord Stream II.

Per cui la nomina è anche direttamente proporzonale al fatto che Merz gode ancora del sostegno dell’ala economica del partito, che da sola incide sul 49% dei delegati. Il Consiglio Economico della Cdu è una realtà significativa del paese, in grado di influenzare la politica economica in Germania. Il suo Consiglio rappresenta gli interessi degli imprenditori nei confronti della politica. Tuttavia, dallo scorso agosto, il Consiglio economico non è più un’organizzazione diretta espressione della Cdu, anche se sempre nella sua orbita e vicina alla sua agenda.

twitter@FDepalo


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