Scriviamo questo pezzo mentre a Milano è in corso la grande manifestazione di duecentomila persone giunte da tutta Italia, unite dallo slogan “People, prima le persone” che vuole riaffermare i principi di civiltà, di antirazzismo, di uguaglianza dei diritti di tutti coloro che oggi vivono sul suolo italiano, qualunque sia il colore della loro pelle o il Paese di provenienza.
“Ma non è”, ha detto giustamente il sindaco della metropoli lombarda presente alla testa del corteo, “una manifestazione contro Salvini, ma vuole riaffermare principi e sentimenti che sono profondamente radicati nella cultura e nel senso comune di larghissima parte del popolo italiano”, contrariamente a quanto potrebbero far pensare molti episodi di cronaca degli ultimi mesi.
Infatti questa marea umana, raccoltasi ancora una volta a Milano – che ormai si colloca di diritto da molti anni fra le capitali mondiali della tolleranza e della civiltà delle relazioni multirazziali – ci dice che in Italia, nel popolo più profondo del Paese, non passa, non sfonda il messaggio di chi chiude i porti o innalza barriere e discriminazioni contro i migranti.
Certo, bisognerà contrastare con fermezza con le forze di polizia e con l’intervento della magistratura fenomeni deprecabili di traffico di vite umane e fatti malavitosi di mafie nigeriane; ma lo si dovrà fare così come si combatte con eguale fermezza la mafia italiana o quella di Marsiglia o di altre Paesi d’Europa. È un’ovvietà la nostra, ne siamo consapevoli, ma sentiamo il bisogno di riaffermarla con convinzione perché non vorremmo essere più intossicati dalla propaganda di chi full time continua a presentare i fenomeni migratori come una maledizione biblica cui l’Italia sarebbe condannata, e dalla quale bisogna difendersi con il filo spinato, con il divieto agli sbarchi o con slogan del tipo “prima gli Italiani”.
No, a Milano stanno gridando invece “prima le persone”. È un grande messaggio che raccolgono tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché l’Italia – è bene che il governo ne sia pienamente consapevole – rifiuta l’imbarbarimento, la regressione razzista e la promozione dell’odio contro tutti i diversi, contro tutti gli altri, contro tutti coloro che non hanno il colore della nostra pelle.