È partita, dopo un rinvio dovuto a motivi di sicurezza, la missione Prisma (Precursore iperspettrale della missione applicativa) dell’Agenzia spaziale italiana. Il satellite iperspettrale, che guarderà la Terra con “occhi diversi” grazie a una innovativa strumentazione elettro-ottica, è stato lanciato stivato su un lanciatore Vega, prodotto per il 65% da Avio a Colleferro, dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese.
LA MISSIONE
Prisma è una missione prototipale Asi sviluppata per testare tecnologie iperspettrali per l’osservazione della Terra. Si tratta di un satellite innovativo dotato di una strumentazione elettro-ottica, in grado di lavorare in numerose bande disposte dal visibile al vicino infrarosso, fino all’infrarosso ad onde corte. Con le sue potenzialità, potrà dare un contributo senza precedenti all’osservazione dei fenomeni geologici che avvengono in Italia e non solo. Sarà in grado, infatti, di monitorare lo stato delle risorse naturali, la qualità dell’aria e i livelli di inquinamento su scala globale da un’orbita di 620 chilometri di quota. “Per quanto riguarda l’osservazione della Terra dallo spazio, abbiamo aperto un filone importantissimo, nel quale siamo in prima linea”, ha dichiarato a poche ore dal lancio il commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana, Piero Benvenuti.
LA TECNOLOGIA INNOVATIVA DEL SATELLITE
L’innovativa tecnologia iperspettrale di cui è dotato, studierà infatti il nostro pianeta in profondità, riuscendo ad acquisire dati sulla composizione chimica delle aree osservate, viaggiando a 27.000 Km all’ora. A differenza dei sensori ottici passivi satellitari attualmente operativi, che registrano la radiazione solare riflessa dal nostro pianeta in un numero limitato di bande spettrali (solitamente al massimo una decin ), la strumentazione a bordo del satellite è in grado di acquisire 239 bande spettrali, più il canale pancromatico. L’innovativa strumentazione elettronica e ottica di cui è dotato il satellite combina un sensore iperspettrale con una camera a media risoluzione, sensibile a tutte le lunghezze d’onda dello spettro del visibile. In sostanza avremo un’unica immagine con più informazioni date dalla scomposizione dei colori riflessi dall’oggetto esaminato. Le misurazioni che ci manderà Prisma permetteranno agli scienziati di perfezionare le conoscenze riguardanti le risorse naturali ed i principali processi ambientali in atto, come i fenomeni legati al cambiamento climatico.
IL RUOLO INDUSTRIALE
Importante il contributo italiano anche alla sua realizzazione, frutto di una collaborazione tra imprese, guidate da OHB Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti – terra, volo e lancio – e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica. “Orgogliosi per il contributo alla missione Prisma che studierà il nostro Pianeta come mai prima grazie alla tecnologia iperspettrale di Leonardo”, ha detto l’ad di piazza Monte Grappa Alessandro Profumo. Il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio, mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà al Centro spaziale Asi di Matera. La missione, sottolinea Asi, evidenzia la capacità della filiera italiana di fornire un sistema spaziale chiavi in mano: dalla progettazione alla realizzazione, dalla gestione dei dati a terra al lancio.