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Da Rousseau ai territori. Così il Movimento 5 Stelle prova a diventare adulto

L’aveva annunciata nelle scorse settimane, ora è ufficiale: si è aperta la nuova fase di “discussione sull’evoluzione del Movimento” e a decretarne l’inizio è il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, con un post pubblicato sul Blog delle Stelle. “Affronteremo gli argomenti della riorganizzazione a livello nazionale e locale del MoVimento 5 Stelle – si legge -, la questione dei rapporti con le liste civiche nei comuni e il tema delle nuove regole per i consiglieri comunali”. Il confronto sulla riorganizzazione avverrà in diverse tappe, partendo dal virtuale fino ad arrivare al confronto sul territorio.

La prima fase del dibattito avverrà sulla piattaforma Rousseau. È stata creata, infatti, un’area dedicata in cui gli iscritti possono dire la loro su quattro temi: “Nuova organizzazione nazionale e locale del MoVimento 5 Stelle”, in cui si chiede agli iscritti cosa pensano della “necessità di una nuova organizzazione” e su come pensano si debba strutturare, sia a livello nazionale che sul territorio. Una domanda ampia, che apre al dibattito su tutta la struttura organizzativa del Movimento.

Tema caldo delle scorse settimane, nato con le sfide elettorali in Abruzzo e Sardegna, è la possibilità di alleanze con le liste civiche sul territorio. Il Movimento 5 Stelle, a livello locale come nel nazionale, si è sempre presentato da solo alle consultazioni elettorali. Un punto di forza per alcuni versi, ma anche un limite che ha precluso la possibilità di raccogliere maggior numero di voti con alleanze mirate, soprattutto con le liste civiche che nascono dal territorio. Per questo si chiede agli iscritti come ci si debba rapportare con queste realtà, specificando che ci si riferisce non alle “liste civetta che nascono solo per le elezioni, ma vere liste civiche radicate sul territorio”.

L’organizzazione territoriale del Movimento passa però anche dalle regole interne per le candidature. Una su tutte, ritenuta da alcuni un punto dolente e causa della difficoltà a trovare candidati nelle realtà territoriali, è il limite del doppio mandato. Gli eletti del Movimento, infatti, sia a livello locale che a livello nazionale, non possono superare la cosiddetta regola del doppio mandato, quindi il sindaco o l’assessore regionale preferiscono evitare una seconda candidatura a livello locale preservando la possibilità di una candidatura nazionale. Così si chiede agli iscritti se siano necessarie nuove regole per i consiglieri comunali: “Ritieni – si legge nel quesito – che le regole per i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle debbano rimanere invariate o possano essere cambiate? Quali cambieresti e per quale motivo?”. La domanda, che non si concentra sulla regola del doppio mandato, apre però anche alla possibilità che questo vincolo venga messo in discussione.

E se la riorganizzazione sul territorio è materia dei primi tre quesiti, il quarto riguarda invece le consultazioni online: le votazioni su Rousseau, infatti, sono il principale strumento di consultazione della base dei 5 Stelle, con tutti i pregi e i difetti che la piattaforma – in continua evoluzione, fanno sapere dal Movimento – al momento può offrire. “Quali temi vorresti votare su Rousseau? – si chiede agli iscritti – Ogni quanto vorresti votare? Sarebbe giusto votare la destinazione delle restituzioni derivanti dal taglio degli stipendi degli eletti?”.

Insomma, i temi sul tavolo sono tanti, e la consultazione online sarà solo la prima fase di un processo più lungo. Di Maio fa sapere che dopo il momento di ascolto su Rousseau – che si chiuderà il 22 marzo – si terrà un’assemblea parlamentare congiunta “che produrrà un documento che poi sarà discusso con incontri fisici sul territorio. In tutte le regioni, tramite due parlamentari incaricati, si organizzeranno incontri fisici su base regionale per tutti gli attivisti, gli eletti e i simpatizzanti che vorranno prendere parte a questa discussion”. A questa prima assemblea, che si terrà il 25 marzo, farà seguito un secondo incontro il 4 aprile, in cui si porteranno le istanze raccolte nel corso del tempo sul territorio.

Parte così quello che viene definito da Luigi Di Maio “Il salto del MoVimento 5 Stelle”. Verso dove, però, si capirà solo dopo la chiusura delle consultazioni.


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