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La resa di Salvini a Di Maio sulla Via della Seta

salvini

Si parla di Via della Seta in Senato, ma il pensiero di tutti i parlamentari è alla giornata di domani quando l’aula di Palazzo Madama sarà chiamata a votare pro o contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini per il caso Diciotti. Nel pomeriggio al Senato è arrivato il premier Giuseppe Conte, ha spiegato la posizione del governo come aveva già fatto alla Camera nel corso della mattinata con poche variazioni sul tema. Il presidente del consiglio ha ribadito che l’Italia resta fedele all’ancoraggio euro-atlantico e che con la Cina si tratta solo di affari. Non la pensano così gli Usa che oggi, con Elliott Abrams venuto a Roma, hanno ribadito che in questo modo l’Italia diventa un Paese strategico per la Cina anche in un quadro più ampio di relazioni. Geopolitica e relazioni di sistema, ma Conte glissa e fa finta di nulla, convinto da Luigi Di Maio che la firma al memorandum con Pechino s’ha da fare. Costi quel costi.

Alla fine viene approvata una risoluzione della maggioranza condivisa sia dal Movimento 5 Stelle che dalla Lega. Eppure, nei giorni scorsi, erano stati tanti gli allarmi lanciati dal Carroccio su come salvaguardare le infrastrutture critiche del Paese dalle lunghe mani di Pechino. Tutto dimenticato. In fondo, a Palazzo Madama, mentre si parla di Cina, pensano tutti solamente alla questione dei migranti bloccati a Lampedusa a bordo della nave Jonio della Mediterranea. È ai migranti che pensa anche Salvini, soprattutto al Caso Diciotti. Si potrebbe quasi pensare ad un do ut des all’interno della maggioranza: i 5 Stelle che ottengono il via libera all’accordo con la Cina, il capo del Carroccio che incassa il sostegno dei grillini sull’autorizzazione a procedere e sulla gestione della nave ferma a Lampedusa. Cattivi pensieri animati anche da qualche esponente di Forza Italia che giudica sempre più appiattito Salvini sulle posizioni dei 5 Stelle.

A Palazzo Madama esultano gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Fuori dall’aula un senatore forzista, conversando con un altro del Pd, dice a chiare lettere che ormai Salvini pensa solo a salvaguardare la propria posizione. “Forte con i migranti – dice il canuto esponente berlusconiano – debole con i 5 Stelle”. Se firma sarà al memorandum, in fondo, Salvini ha dovuto capitolare al volere di Di Maio.

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