La Lega è il punto di riferimento di un elettorato trasversale, e sta per raggiungere il 36% dei consensi, dopo aver vinto una serie di consultazioni locali – elezioni in Abruzzo e poi in Sardegna – attestandosi alla guida non solo del centrodestra, ma anche di un possibile governo futuro. A certificarlo sono i numeri dell’Ipsos, istituto di sondaggi guidato da Nando Pagnoncelli che oggi ha pubblicato sul Corriere della Sera uno studio dettagliato sulle intenzioni di voto degli italiani. Oltre alla crescita della forza guidata da Matteo Salvini, si legge il calo del Movimento 5 Stelle (21,2%) e una lieve ripresa del Partito democratico.
Come leggere il calo del Movimento e la crescita della Lega? Lo spiega lo stesso Pagnoncelli: “Come sappiamo, l’elettorato pentastellato è piuttosto trasversale e proviene da culture diverse e in qualche caso confliggenti, basti pensare alla divisone emersa nel voto online della scorsa settimana. Inoltre, i disagi per una serie di temi (dalle grandi opere all’immigrazione, dal decreto Sicurezza all’autonomia regionale) sui quali le posizioni del gruppo dirigente pentastellato appaiono in alcuni casi eccessivamente acquiescenti verso la Lega, provocano allontanamento in parte dei sostenitori”. Gli elettori delusi del Movimento si spostano in due direzioni, l’astensione (la più rilevante) e poi verso la Lega. I primi sono gli elettori che vedono il Movimento troppo subalterno alla Lega e si richiamano a valori fondanti di M5S.
La Lega, dunque, continua ad aggregare consensi, provenienti, come detto, dall’alleato di governo a 5 Stelle sia dal vecchio alleato di coalizione, ossia Forza Italia. “Per la Lega – scrive Pagnoncelli – vediamo da un lato la capacità di acquisire elettori dalle forze del centrodestra e in particolare da Forza Italia ma anche un discreto flusso di elettori che escono dal M5S. Crescono, in questa formazione, gli elettori provenienti dagli strati più popolari (casalinghe, pensionati, bassi titoli di studio, età elevate) ma anche, in misura meno rilevante, di ceti superiori e acculturati”. Tuttavia, si legge, “Forza Italia conferma i propri risultati, collocandosi all’8,6%, mentre Fratelli d’Italia e +Europa si attestano al livello della soglia di sbarramento” per le elezioni europee (ossia il 4%)”.
Il Partito democratico, che domani vivrà una giornata cruciale con le primarie per l’elezione del segretario (con la prova dell’affluenza, non meno importante), vede una piccola ripresa, salendo al 18,5% (+2,4% rispetto a inizio febbraio) tornando quindi ai valori di fine anno. Secondo Pagnoncelli, la ripresa è dovuta ai risultati delle regionali in cui il centrosinistra si è presentato unito e, pur senza suscitare passione spasmodica, ha un suo ruolo importante anche il confronto sulle primarie che “contribuisce a rinsaldare gli elettori vicini”.
Una sola certezza: la figura di Giuseppe Conte. Calano i giudizi negativi – dal 37% a 35% – e restano stabili quelli positivi (53%) portando il gradimento nei confronti del premier dal 59% al 60%.