È tempo che Roma cambi alcuni aspetti di gestione della sua sicurezza nazionale? Il dibattito sul tema è nato oggi, a seguito di una intervista rilasciata dal vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, secondo il quale l’Italia dovrebbe “iniziare a dotarsi di una National Security Strategy sul modello Usa”. Una proposta che ha trovato ‘tiepido’ l’altro vice premier, Matteo Salvini, che da titolare del dicastero del Viminale ha detto di volersi tenere ben stretto il modello italiano.
UNA NUOVA STRATEGIA
Al progetto, ha detto Di Maio alla Stampa “Ci sta lavorando il ministro Trenta, dietro la guida di Palazzo Chigi. Si tratta in sostanza di un documento di strategia di sicurezza nazionale”.
A cosa servirebbe? “Ormai”, ha detto il leader del Movimento 5 Stelle, “la minaccia è cambiata. È più mutevole, ibrida, di fronte alla quale non possiamo continuare a ragionare individualmente, bisogna procedere in modo interconnesso tra Difesa, Viminale, Mit e altri ministeri, con Chigi e il coordinamento del Dis, il dipartimento dei servizi segreti. Questo ci permetterà anche di far fronte alla nuova minaccia cibernetica e mettere al sicuro le nostre infrastrutture strategiche”. La proposta, ha sottolineato il vice presidente pentastellato, non è una sfida a Salvini, né una critica ai nostri servizi di sicurezza che sono “un esempio nel mondo. Tecnicamente siamo impeccabili”, ha aggiunto, ma “politicamente possiamo migliorarci. Occorre iniziare a muoverci sulla prevenzione, non solo sulla repressione”.
Ulteriori dettagli sono poi emersi dalle parole del sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo (M5S), che da Vibo Valentia, dov’era in visita allo Squadrone Carabinieri Eliportato ‘Cacciatori Calabria’, ha spiegato che con il vice premier Di Maio e il ministro Trenta, assieme agli altri dicasteri interessati, stiamo lavorando a una Grand Strategy, un documento strategico per la realizzazione di un nuovo modello che possa essere ancora più rispondente alle esigenze di sicurezza attuali. Guardiamo a una difesa sistemica sempre più al servizio del Paese grazie anche all’utilizzo della tecnologia”.
PER SALVINI “ITALIANS DO IT BETTER”
Ma, come accade su molti temi, anche in questo caso tra Movimento 5 Stelle e Lega si segnalano posizioni diverse. Replicando a quanto detto da Di Maio, l’altro ‘azionista di maggioranza’ del governo, Matteo Salvini, ha ridimensionato il progetto del collega vicepremier.
Intervistato da Rainews 24, il ministro dell’Interno ha detto di “non essere geloso”, ma che preferisce “parlare di modello italiano perché le forze dell’ordine e di intelligence italiane vanno a dar lezione nel resto del mondo, quindi tengo ben stretto il modello sicurezza del mio Paese”. Poi ha smorzato: “Non si finisce mai di imparare” e “se qualcuno ha delle buone idee da portare al ministero è benvenuto”.
LA REPLICA DEL MINISTRO DELLA DIFESA
Al commento del titolare del dicastero del Viminale ha poi replicato il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, anch’ella rappresentante del Movimento 5 Stelle. “Salvini dice che i nostri sono i migliori al mondo? Ma certo, pensiamo anche noi che i nostri apparati di intelligence, i nostri militari e le nostre forze di polizia siano le migliori al mondo. Ma occhio a prendersi i loro meriti, perché è una cosa su cui la politica e’ scivolata spesso. La politica dà una visione” e “questo documento strategico serve proprio a questo: a dare una visione futura per affrontare le nuove minacce”.