Testa bassa e pedalare. Questo il mantra che i leghisti ripetono per convincere gli alleati grillini (e sé stessi) che l’exploit elettorale del Carroccio non manderà in fumo l’alleanza gialloverde. Con la Basilicata Matteo Salvini ha strappato alla sinistra la sesta regione di seguito. Lo ha fatto anche grazie ai voti degli alleati nel centrodestra, che ora entreranno in pressing per provare a separarlo dall’abbraccio pentastellato. “Andiamo avanti per la nostra strada”. Gianluca Cantalamessa, deputato leghista, cinquant’anni, coordinatore del Carroccio in Campania, è il testimone vivente dell’espansione del Carroccio nel Meridione. Cinque anni fa scommesse su Salvini a Napoli, dove i leghisti racimolavano una manciata di voti. Ora, spiega intervistato da Formiche.net, si gode il successo della Lega rimanendo con i piedi ben fissi a terra.
Cosa sussurra il voto in Basilicata a voi leghisti?
Sicuramente il risultato in Basilicata è positivo, siamo passati dallo 0% al 20%, segno di una crescente attenzione e speranza che si stanno riversando intorno al nostro progetto politico.
Un successo di Salvini o del centrodestra?
È stata una vittoria del centrodestra, in cui la Lega ha avuto una posizione più importante. Questo non ci fa montare la testa, e anzi ci carica di responsabilità, perché vincere è sempre lo strumento per migliorare, dobbiamo rimanere con i piedi ben saldi a terra.
Quindi il centrodestra non è una categoria politologica morta?
A livello locale esistono tante realtà dove amministriamo bene e c’è unità di intenti, penso a Veneto, Lombardia, Liguria. È chiaro poi che noi abbiamo i nostri valori e idee di riferimento e andiamo avanti per la nostra strada.
Questo crescendo della Lega non cambia i rapporti di forza interni al governo? Nei sondaggi avete quasi doppiato i vostri alleati…
In tutta sincerità non guardo mai i sondaggi. Non l’ho fatto cinque anni fa quando ho scelto di seguire la Lega che all’epoca aveva il 3,8% al Nord e al Sud quasi non esisteva. Piuttosto che guardare la performance di altri partiti preferisco ascoltare la gente. Come ha chiarito Salvini, il governo andrà avanti per cinque anni. Siamo persone serie, se si rispettano tutti i punti del contratto non c’è motivo di rompere l’alleanza.
E li rispetterete tutti questi punti? Su flat tax e autonomie i Cinque Stelle hanno non pochi dubbi di coscienza…
La flat tax è inserita nel contratto di governo e dunque non può essere abbandonata. Lo stesso vale per l’autonomia di cui io, da campano, sono il primo sostenitore. Negli ultimi quindici anni uno Stato centralista e assistenzialista ha fatto emigrare 932.000 ragazzi. Se l’autonomia è concepita come individuazione delle singole responsabilità e interruzione della politica che nel Meridione ha portato alla fame le persone, allora ben venga. È una grande opportunità per un grande popolo che è stato schiacciato dallo Stato.
Luigi Di Maio ha detto che impedirà in ogni modo che il Paese venga diviso…
Capisco che ci possano essere preoccupazioni da parte degli amici a Cinque Stelle, ma nessuno ha intenzione di dividere il Paese. Starà a noi, e alle persone, dimostrare i benefici dell’autonomia.
Altra tegola in arrivo: il Congresso mondiale delle famiglie a Verona. Per i Cinque Stelle è da ripudiare ma ci sono colonnelli leghisti come Lorenzo Fontana che hanno dato il loro endorsement.
Io conosco solo la mia posizione, e sono favorevolissimo. Non sarà questo congresso a dividere la maggioranza, abbiamo moltissimi punti in comune con i Cinque Stelle e se ci preoccuperemo di realizzare quelli il governo arriverà a fine mandato.