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Il sapore amaro della stagnazione percepita da Federmeccanica

Di Claudia Persichini

Oggi Federmeccanica ha presentato a Roma i dati della sua 149esima indagine trimestrale. Chiusura d’anno in negativo per la produzione metalmeccanica che archivia il quarto trimestre del 2018 con un -1% rispetto ai tre mesi precedenti e un tendenziale che con un +0,8% amplifica la frenata produttiva dei mesi scorsi dopo un primo semestre che invece aveva registrato tassi di crescita intorno ai 4,5 punti percentuali. Il 2018 dunque si chiude ancora in positivo, +2,8%,sfruttando l’effetto trascinamento del 2017 ma la coda d’anno profila già una stagnazione che potrebbe evolvere in recessione.

IL SAPORE AMARO DELLA STAGNAZIONE

“È una fase complicata in cui le imprese avvertono il sapore amaro della stagnazione e l’odore della recessione e questo non ci piace”, dice il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, presentando i dati e ricordando come le aziende metalmeccaniche abbiano lasciato sul terreno della crisi oltre il 24% della capacità produttiva. “Per questo serve una crescita consistente e non uno zero virgola”, aggiunge ribadendo come il settore “non possa più permettersi di perdere neppure un altro zero virgola di produzione”.

RALLENTANO LE ESPORTAZIONI

Un peggioramento congiunturale, dice Federmeccanica, ascrivibile “in modo diffuso a tutti i comparti con l’unica eccezione degli ‘altri mezzi di trasporto’ che ha registrato nell’ultimo trimestre 2018 un +13,8% grazie ai buoni risultati delle imprese navalmeccaniche e della fabbricazione di aeromobili e veicoli spaziali”. Il rallentamento più significativo, dicono ancora i dati Federmeccanica, è imputabile alla dinamica delle esportazioni che hanno registrato nel corso del 2018 una frenata “significativa” con tassi tendenziali di crescita che si sono ridotti dal +6,5% nel IV trimestre 2017 al +0,8% negli ultimi tre mesi del 2018. Mediamente nel 2018 infatti, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del +2,5% sul 2017 con una flessione dell’1% verso i paesi terzi e un incremento del 5,4% verso l’area comunitaria. Ma è stata forte anche la contrazione della domanda interna e in particolare di quella relativa agli investimenti in macchine ed attrezzature i cui volumi attuali sono inferiori del 23,5% rispetto al 2007.

TIENE L’OCCUPAZIONE

Unici dati positivi il calo della Cig del 46,9% e l’aumento del numero di occupati dello 0,8% nel 2018. Un miglioramento, quello occupazionale, minacciato però, denuncia ancora Federmeccanica, dalla possibile recessione in arrivo. “Le prospettive sono in netto peggioramento e una recessione impatterebbe significativamente anche sull’occupazione che è ancora 11 punti percentuali sotto il dato pre-crisi mentre all’appello mancano 210mila lavoratori”, spiegano dal Centro studi di Federmeccanica. E poco rosee sono anche le prospettive a breve degli industriali: una indagine su un campione di imprese indica “una sostanziale debolezza della congiuntura settoriale”.

L’APPELLO AL GOVERNO

“Il governo deve tenere conto delle nostre esigenze e ascoltarci. La meccanica è fondamentale per il nostro Paese. Stiamo attraversando una stagione difficile e non possiamo essere lasciati da soli”. Così il vicepresidente di Federmeccanica, Fabio Astori, sollecita l’esecutivo a una maggiore attenzione nei confronti delle aziende metalmeccaniche, settore, secondo gli ultimi dati, in piena stagnazione.”Nel 2017 c’erano dei buoni presupposti. Sembra preistoria. In un anno e mezzo è cambiato tutto. Ora siamo in una stagione difficile e le imprese sono sfiduciate”, aggiunge presentando la tradizionale indagine congiunturale. E sono tre i temi che le aziende meccaniche vorrebbero sottoporre all’attenzione del governo oltre a quelli già posti da Confindustria: mantenere le agevolazioni relative a industria 4.0; maggiore attenzione sulla formazione digitale e crediti di imposta formativi; una politica di incentivazione per una internazionalizzazione in aree alternative a quelle storiche arrivate a saturazione.

BUONE NUOVE PER FCA

E buone notizie per il settore auto giungono da Ginevra. “I target finanziari al 2022 sono confermati”. Lo ha affermato l’ad di Fca, Mike Manley, in un incontro con la stampa al Salone di Ginevra aggiungendo che anche gli investimenti del gruppo Fca in Italia “andranno avanti come originariamente previsto”.”Aperti – ha continuato – a valutare alleanze che ci rafforzano”. “Abbiamo una posizione forte e indipendente – ha aggiunto – ma se c’e’ un’alleanza, una partnership, una fusione che rafforza le nostre opportunità per il futuro, noi la guarderemo”. Infine, un riferimento anche alla prospettiva nel settore dell’auto elettrica. “C’è chi pensa che Fca sia scettica sull’auto elettrica – ha detto l’ad Manley -. Niente è più lontano dalla realtà e oggi lo dimostriamo”.

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