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L’Europa (in)difesa. Tutte le mosse di Bruxelles

Tutti gli accordi sul tavolo tra Macron e Xi Jinping dagli aerei al nucleare

algeria, macron

Il Memorandum Italo-cinese da la sveglia all’Europa che, come un pugile stordito dai colpi, valuta le due opzioni possibili. Tentare di rialzarsi con uno sforzo estremo o accettare il ko steso al tappeto. È la prima reazione che si potrebbe attribuire all’Europa, dopo il colpo, anche mediatico, ricevuto con l’arrivo “messianico” del presidente cinese in Italia. Se non fosse per il lavoro che, secondo Le Parisien, i diplomatici e gli addetti al cerimoniale francesi svolgerebbero con cura certosina da almeno due mesi in vista dell’arrivo di Xi. Difficile, dunque, credere alle parole del premier Conte che definisce la tappa francese del Presidente cinese “solo un seminario”. Altrettanto difficile definire l’incontro parigino di martedì tra il presidente cinese, Emmanuel Macron, Angela Merkel e Jean Claude Juncker “solo” un controvertice, come sibila la stampa più malevola. Se l’incontro è orchestrato con fraseggio europeo (sottintendendo quindi l’esistenza di varie gradazioni d’Europa), Macron, il campione dell’europeismo, pare aver organizzato la tappa domestica di Xi con precisa attenzione agli interessi nazionali.

Di certo, la congiuntura astrale dell’incontro parigino è, delle più favorevoli. In occasione del 55/o anniversario del riconoscimento della Repubblica popolare cinese da parte del generale Charles de Gaulle, nelle intenzioni di Macron, Xi Jinping deve capitolare, se non altro di fronte allo charme francese. Domani sera Xi si ritroverà attovagliato all’indimenticabile desco di una cena a quattro, con le rispettive consorti. La location, infatti, è quella della Costa Azzurra, Beaulieu-sur-Mer, a picco sul mare. Chef stellato, menù nouvelle cuisine: l’auspicio non potrebbe essere migliore per la commessa di 184 Airbus A320, per un valore di 15 miliardi di euro, prezzo di listino, strappata nel gennaio 2018 in occasione della prima visita di Macron a Pechino da presidente. Appena una settimana fa, Parigi aveva confermato di aver ricevuto da Pechino “segnali positivi” sulla possibilità di finalizzare il deal. Una sorta di atto dovuto, come riferisce la stampa francese, in una sorta di equilibrio con la rivale americana Boeing, per altro attualmente in zona di “forte turbolenza” dopo la recente caduta del 737 Max 8.

La cooperazione tra Cina e Airbus è iniziata nel 1985 e ad oggi coinvolge un altro grande player dell’elettronica nella Difesa e nell’aerospazio, Thales, che dovrebbe produrre il sistema di entertainment di voli domestici.

Ma c’è un altro grande asset strategico che lega Cina e Francia, ed è quello del nucleare. È negli anni Settanta con Deng Xiaoping che prende vita la partnership energetica che lega i due paesi nel Guangdong. Oggi la joint venture tra China General Nuclear (Cgn) ed Edf (30%) ha dato vita a Taishan, primo Epr (European Pressurized Reactor), reattore nucleare di terza generazione, costruito in Cina. È il terzo esistente al mondo con questa tecnologia, ma gli altri due, in Francia e Finlandia, non sono ancora attivi. Poco prima di Natale, il presidente e amministratore delegato di Edf, Jean-Bernard Lévy, salutava così l’obiettivo raggiunto: “L’entrata in servizio commerciale di Taishan 1, il primo EPR al mondo, è un risultato chiave per l’intera industria nucleare francese in quanto dimostra la sua capacità di sviluppare questa tecnologia nucleare di terza generazione in linea con i più elevati standard di sicurezza e qualità.”

Era il gennaio del 2018, quando Macron e Brigitte sono volati in Cina, viaggio strategico inserito nell’agenda presidenziale solamente sette mesi dopo la sua elezione. Insieme alla coppia presidenziale viaggiava anche una cinquantina di imprenditori e rappresentanti dei principali gruppi industriali d’oltralpe, come Dassault, Auchan, Edf, Bnp e Airbus. A conferma dell’interesse storico della Francia nei confronti della Cina era stato sottolineato che Macron era il primo leader occidentale a recarsi in Cina dopo il 19imo congresso del Partito Comunista, che ha visto la rielezione di Xi Jinping alla guida del Paese.

L’Eliseo aveva allora annunciato una pioggia di contratti e di accordi preliminari in diversi settori, come la difesa, l’energia nucleare, lo sviluppo sostenibile e l’agroalimentare. Oltre agli aerei Airbus, di cui si torna a parlare in queste ore, erano in ballo anche motori Safran, insieme alla costruzione di un centro per il trattamento di rifiuti nucleari gestito da Areva. In programma anche la creazione di un fondo comune di un miliardo di euro volto a sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese d’oltralpe sul territorio cinese. Si rafforzava così quella che l’Eliseo aveva definito la “diplomazia del panda”: la delegazione francese a Pechino comprendeva anche “Vésuve de Brekka”, un cavallo della Guardia repubblicana con cui si ricambiava il “prestito” di una coppia di panda. Proprio la Premiere Dame Brigitte, infatti, aveva “tenuto a battesimo” il cucciolo nato nello zoo di Beauval, durante un simpatico siparietto diplomatico che si era svolto alla presenza del viceministro degli Esteri cinese, Zhan Yesui, e dell’ambasciatore di Cina in Frnacia, Zhai Ju. Ospite d’onore l’ex premier Jean-Pierre Raffarin, noto per i suoi forti legami con la Cina.

Ma anche questa volta Macron ha intenzione di stupire il suo ospite. Secondo quanto trapela dalla stampa francese, il regalo che offrirà a Xi, durante le 48 ore francesi, non appartiene al mondo equino, ma, in modo altrettanto simbolico, sarà la prima copia dei testi di Confucio nella lingua di Molière, redatti dal medico esploratore François Bernier durante i suoi viaggi in Oriente nel XVII secolo. Un suggestivo ponte simbolico con l’Impero di Mezzo in lingua francese. Una pietra miliare dei rapporti tra Cina e Francia secondo i sinologi. Inoltre, lunedì sera, alla cena-kermesse dell’Eliseo, saranno presenti l’attrice e cantante Hélène Rollè, molto amata in Cina, dove ha concluso una fortunata tournée nel 2015, e star di una famosa serie televisiva francese degli anni Novanta, il musicista Jean-Michel Jarre, precursore della musica elettronica, l’ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin, il presidente del Consiglio costituzionale Laurent Fabius, Robert Hue, ex presidente del Partito comunista, l’attrice Gong Li e l’intramontabile Alain Delon. Oltre duecento gli invitati. Chef stellati si occuperanno in maniera distinta di antipasti e delle differenti portate. I dolci saranno affidati a Christelle Brua, miglior pasticcere del mondo. Saranno intonate arie cinesi e forse la Rollè canterà per intrattenere l’ospite d’onore…

“Non è un buon metodo quello di discutere in modo bilaterale i testi di accordi” avrebbe detto Macron a Bruxelles, secondo Le Parisien, commentando la mossa italiana. Certo è che sebbene l’Europa fino ad ora si sia mossa in ordine sparso nei confronti della Cina, esiste un documento ufficiale (Eu-China Connectivity Platform), approvato a Bruxelles a luglio 2018, che ha definito progetti prioritari sul fronte delle infrastrutture per facilitare l’interconnessione tra Europa e Cina. Inoltre, la Via della Seta è già presente in Europa e vede fortemente coinvolta proprio la Germania con Amburgo e Duisburg (la Cancelliera Merkel esporta verso la Cina 100 miliardi di euro contro i 20 dell’Italia), tanto per rimanere legati agli invitati che saranno a Parigi martedì. Chi rappresenteranno, allora, Macron, Merkel e Junker? Sia l’accelerazione italiana che il summit parigino “en petit comitè” lasciano aperti molti interrogativi.

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