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Tutti i nuovi affari di Gazprom in Austria e Serbia

Una doppia strategia, che poggia le sue basi sulla consapevolezza di non voler rimanere indietro rispetto a mosse delicate e decisive fatte nel Mediterraneo dai principali competitors. La russa Gazprom investe in Austria e Serbia, nel solco di una direzione legata all’espansione “eurobalcanica” imboccata su due fronti: da un lato il progetto legato al gasdotto Nord Stream II, con cui l’interlocuzione con Berlino ha provocato forti reazioni a Washington, dall’altro l’antitesi ai progetti mediterranei come Tap e Eastmed che, di fatto, provvederanno alla diversificazione energetica dell’Europa.

QUI AUSTRIA

Il 32% in più di gas venduto rispetto allo scorso anno. Questi i risultati di Gazprom in Austria, diffusi durante un vertice tra il vertice di Gazprom Alexey Miller e il presidente del comitato esecutivo di Omv, Rainer Seele, da cui è emersa la crescita delle esportazioni di gas naturale in Austria: è stato stimato che tra il 1 gennaio e il 5 marzo 2019 le forniture di gas naturale di Gazprom in Austria hanno toccato quota 3,3 miliardi di metri cubi, un aumento del 32,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Omv è il principale partner di Gazprom in Austria con cui collabora quanto a produzione e trasporto di gas. Da due anni hanno un accordo nello sviluppo del giacimento di petrolio, gas e condensati a Yuzhno-Russkoye mentre risale allo scorso anno la firma per prolungare sino al 2040 il contratto esistente tra Gazprom Export e Omv Gas Marketing & Trading GmbH per incrementare le forniture di gas. Un trend che “segue” la partnership per la costruzione del Nord Stream II per il quale sono stati posati nel mar Baltico 818 km di condutture, ovvero un terzo della lunghezza totale del gasdotto. Il vertice ha avuto il merito di snocciolare le strategie future della cooperazione austro-russa soprattutto nei settori dell’hi-tech e della cultura. Il gasdotto Nord Stream II è il perno di una complessa azione di cooperazione, che vede il territorio austriaco farsi cerniera, anche geopolitica, tra Mosca e Berlino.

QUI SERBIA

Con Belgrado Gazprom ha raggiunto un accordo per realizzare una centrale a ciclo combinato a gas da 200 Mw, la prima nel suo genere nei Balcani. Sarà pronta nel 2020. La regia è affidata a Gazprom Energoholding e al player serbo di petrolio e gas Nis, rispettivamente unite in partnership al 51% e al 49%. La centrale servirà alle esigenze della raffineria di petrolio di Pancevo, mentre l’elettricità potrà essere venduta sia in Serbia che all’estero. Ci sarà anche un pizzico di Italia in questo affare, con due turbine a gas e una a vapore fornite da Ansaldo Energia.

L’impianto sarà realizzato dal gruppo cinese Shanghai Electric per un costo stimato di 180 milioni di euro. In occasione dell’annuncio il ministro serbo dell’energia Aleksandar Antic e il direttore generale di Gazprom Energoholding, Denis Fyodorov, hanno anche firmato un memorandum of Understanding (MoU) per la costruzione e l’ammodernamento di altre centrali elettriche serbe.

La compagnia petrolifera serba Nis è a maggioranza russa (Gazprom Neft al 56,15% mentre il governo serbo è al 29,88%) e due settimane fa è tornata sugli scudi per aver riportato un calo del 7% dell’utile netto a causa di un aumento dei costi. Ha prodotto 1,3 milioni di tonnellate di petrolio e gas rispetto a 1,4 milioni di tonnellate di dodici mesi prima. Circa i progetti futuri, Nis prevede di realizzare investimenti per 40 miliardi di dinari nel 2019 e si concentrerà sulla digitalizzazione in tutte le operazioni aziendali, al fine di migliorare l’efficienza e garantire la capacità di soddisfare le crescenti richieste.

Tra l’altro la Serbia vanta già una significativa partnership con Mosca alla voce Turkish Stream, il progetto targato Gazprom per portare il gas russo in Europa attraverso Turchia, Bulgaria, Ungheria e appunto Serbia. Sul punto si registra la presa di posizione dell’osservatorio sull’energia dell’Unione europea secondo cui una sezione del gasdotto TurkStream di Gazprom danneggerà la concorrenza nella regione. Il previsto tratto di 400 km attraverso la Serbia dovrebbe essere completato entro il 15 dicembre, in grado di trasportare 13,88 miliardi di metri cubi all’anno.

twitter@FDepalo

 

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