L’Ucraina si avvia al voto sempre con un occhio sull’Ue. Le elezioni presidenziali del 31 marzo potranno aprire diversi scenari: quasi sicuramente, come affermato anche nell’analisi Ispi a firma di Eleonora Tafuro Ambrosetti, sarà necessario attendere un secondo turno in aprile per poter vedere concretamente i cambiamenti di rotta intrapresi nel Paese, ma questo non toglie che già questo fine settimana si riesca ad avere un’idea, più o meno trasversale di quello che dovremo aspettarci. E maggior ragione, sarà interessante anche approfondire le ripercussioni e le influenze che questo voto avrà all’estero, in particolar modo in Italia.
I CANDIDATI
L’attuale primo ministro Petro Poroshenko, l’ex premier e magnate dell’energia Yulia Tymoshenko e il comico Volodymyr Zelensky. Questi tre i favoriti attualmente in testa nei sondaggi. Anche se favoriti non vuol dire indiscutibilmente fuori da ogni polemica: l’ex consigliere di Tymoshenko, Taras Kuzio l’ha accusata di non essere coerente sia pr quanto riguarda la sua linea di politica interna, sia in quella estera. Secondo Kuzio, infatti, l’ex primo ministro da una parte critica la condizionalità del Fmi e sostiene l’isolazionismo economico, dall’altra intrattiene buone relazioni con l’Unione europea, supportando la causa dell’annessione ucraina, ma dimentica che uno dei presupposti che l’Ue ha avanzato per l’invio di aiuti all’Ucraina è proprio un accordo con l’Fmi. Stessa posizione d’altra parte per Zelensky, che si pone in maniera critica nei confronti dell’Fmi ma comunque non gira totalmente le spalle all’integrazione europea.
L’ATTENZIONE DELL’UNIONE EUROPEA PER LA SITUAZIONE UCRAINA
Se l’aspirazione dell’élite ucraina e della società civile resta ancora quella di diventare uno Stato membro Ue (aspirazione che di fatto ha portato il Paese al cambiamento di regime), allo stesso tempo l’Unione europea ha diverse ragioni per tenere sotto osservazione speciale quello che sta accadendo nel Paese e in particolar modo alle elezioni. L’Ucraina ha firmato un accordo di associazione con l’Ue nel 2014, alla fine anni di negoziati, e lo scorso gennaio il presidente Poroshenko ha affermato che l’Ucraina avrebbe fatto domanda di adesione all’Ue nel 2024.
C’è tempo, dunque per giungere a quel livello di consapevolezza ideale per portare a termine gli obiettivi prefissati: anche il sostegno sociale per l’integrazione europea ha raggiunto livelli considerevolmente alti. I sondaggi dicono che circa il 50 per cento degli ucraini è a favore dell’adesione e solo il 25 per centro rimane contro Resta da analizzare, come afferma sempre l’analisi dell’Ispi, anche il fenomeno denominato “stanchezza da allargamento” che, insieme con l’ondata di populismo ed euroscetticismo che hanno travolto le capitali europee lasciano pensare che ci vorrà ancora un po’ prima che si possa arrivare ad una conclusione effettiva di questo processo.
IL RUOLO ITALIANO
In Italia resta una “diffusa percezione dell’Ucraina come uno stato debole in cui non vale la pena di investire”, ha affermato la ricercatrice Kateryna Zarembo. L’Ucraina è percepita come “lontana” e nella migliore delle ipotesi, i suoi affari politici sono visti attraverso le lenti della Russia. Ma anche se le elezioni non attirano l’interesse dell’opinione pubblica. I media italiani sono stati attirati più che altro sulla candidatura di Zelensky, comico ucraino. Il report Ispi fa espressamente riferimento ad articoli pubblicati da La Stampa o Il Foglio che hanno fatto collegamenti diretti o indiretti con la situazione italiana – “Anche in Ucraina, un comico corre per il presidente”, si legge. Senza parlare delle ultime vicissitudini che hanno visto coinvolti Al Bano e Toto Cutugno. Manca comunque ancora un dibattito approfondito e costruttivo sulla politica ucraina e sulla situazione della sicurezza. E questo risulta essere un peccato secondo Tafuro Ambrosetti, “visto che i risultati elettorali influenzeranno anche le relazioni tra la Russia e l’Ue, un argomento che in Italia è molto più discusso e rilevante”.
L’ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DELLA RUSSIA
Le elezioni determineranno, inoltre, l’atteggiamento che Kiev adotterà nei confronti di Mosca. I diversi approcci dei candidati in lizza potranno apportare o meno un contributo effettivo alla risoluzione del conflitto nella regione del Donbass. “Il miglioramento delle relazioni tra Ucraina e Russia potrebbe portare al superamento dell’attuale situazione di stallo, in cui Ucraina e Russia si rimproverano a vicenda per la mancanza di progressi nella risoluzione del conflitto. Al contrario, il mantenimento dello status quo o il peggioramento delle relazioni tra Kiev e Mosca non contribuirebbe certamente a facilitare la normalizzazione delle relazioni Ue-Russia”, si legge nel report di Eleonora Tafuro Ambrosetti.