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Sulla flat tax Tria ha finalmente ascoltato la Lega. Parla Arrigoni

Non c’era da stappare lo champagne quando il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha aperto alla flat tax, seppur con qualche precauzione (qui l’articolo di ieri). Nella Lega sapevano che prima o poi le remore sulla tassa forfettaria tanto cara a Matteo Salvini sarebbero venute meno, altrimenti non si spiegherebbe lo spirito zen con cui Paolo Arrigoni, senatore del Carroccio, ha commentato con Formiche.net la sponda arrivata da Tria sulla flat tax.

“Queste aperture sono positive, dal ministero dell’Economia sono arrivate prese di posizione importanti, anche se francamente non siamo stupiti più di tanto. Il ministro ha fatto un esplicito richiamo alla progressività dell’imposta piatta, ma questo concetto noi lo abbiamo espressamente inserito nella nostra proposta originaria”, spiega Arrigoni. “Abbiamo sempre detto che la tassa si poteva attuare rapportandola anche alla composizione del nucleo familiare, mi sembra che Tria abbia in questo senso fatto sua la nostra idea”. Nella breve conversazione con Arrigoni, non poteva mancare un’altra delle battaglie leghiste, stavolta non fiscale. La Tav.

Proprio ieri è uscito un sondaggio di Confartigianato Torino secondo il quale il 76% degli artigiani torinesi è favorevole all’utilizzo di un referendum come strumento di consultazione popolare per poter esprimere la propria opinione sulla Torino-Lione. Non solo. Gli artigiani mettono la Tav al primo posto tra le infrastrutture da realizzare, in seconda posizione la tangenziale est di Torino, poi la Linea Metro 2. “Anche in questo caso non dobbiamo stupirci, stiamo parlando di classi produttive che per definizione non possono essere contrarie a questo tipo di opere. Quando parliamo di Tav, parliamo anche di progresso, trasporti, meno gomma su strada, meno inquinamento. Le imprese, piccole o grandi che siano, vogliono esattamente questo”.

Non si può negare tuttavia che sulla strada per la Tav vi siano le elezioni europee. Che potrebbero ricalibrare gli equilibri all’interno del governo gialloverde, con ripercussioni sulle decisioni politiche in merito alla ferrovia. “La Lega ha già un potere forte nel governo, certamente in caso di risultato importante nelle elezioni potremo spingere molto di più”, spiega Arrigoni. “Però deve essere chiara una cosa: l’opera nei fatti va avanti perché a marzo sono partiti gli inviti a manifestare l’interesse (per non perdere i fondi Ue, 2,3 miliardi, ndr). In tal senso l’opera procede”.

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