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Cina, 5G e Mediterraneo: perché Tsipras congela un altro affare

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Dopo il Pireo, c’è il Pireo. La Cina non vuole fermarsi e punta a raddoppiare gli affari già conclusi in Grecia dopo aver privatizzato l’hub containers principe del Mediterraneo. Pronto un altro progetto faraonico per due mega moli crociere, ma il governo Tsipras ha congelato il tutto. Ufficialmente per via di nodi burocratici e amministrativi, mentre ufficiosamente circola la voce che vi sia la volontà di non irritare il nuovo grande players straniero che in Grecia sta allargando il suo cono di influenze: gli Usa.

PIREO 2

I cinesi vorrebbero realizzare nella zona containers un’altra imponente privatizzazione con due nuovi mega moli crociere, accanto ad un’area da destinare a centri commerciali e strutture turistiche.

Si tratta di due nuovi siti per l’ormeggio della lunghezza di 350 metri con una logica di investimento direttamente proporzionale alla costruzione del nuovo terminal e degli alberghi per i passeggeri, in grado di accogliere l’aumento progressivo del volume dei crocieristi in arrivo dall’Oriente.

Il tutto è legato alla strategia di Fosun, il più grande private equity cinese che investe in Europa già coinvolto proprio nella privatizzazione dell’ex aeroporto Ellenikon e presente nell’agenzia Thomas Cook. Vuole utilizzare il suo backround per allestire pacchetti di viaggio speciali per il mercato cinese: un bacino dalle proporzioni interessanti, infatti il governo cinese prevede che 1,5 milioni di cittadini cinesi sceglieranno come destinazione la Grecia, nel medio periodo (oggi sono solo 100mila).

Per questa ragione Fosun ha già avviato alcune trattative per l’acquisto di unità alberghiere esistenti, o per nuove costruzioni attraverso il Club Med, che possiede. Ma non è tutto, perché i cinesi puntano anche ai cantieri sulla penisola di Salamina, area appartenente alla zona di concessione che i costruttori navali impegnati hanno in nolo ma in prossimità di una base strategica della Marina greca.

STOP

Il governo ellenico pochi giorni fa ha incontrato i vertici diplomatici cinesi, manifestando il continuo interesse per gli affari sull’asse Atene-Pechino. Ma sul punto vanno valutati una serie di elementi. L’ingorgo amministrativo creato dalla mole degli investimenti di Cosco al Pireo rappresentano un macigno burocratico oggettivo: troppi affari in poco tempo per la pachidermica struttura pubblica ellenica, zavorrata da norme e codici. Per cui ufficialmente i singoli punti del piano di investimento dovranno passare al vaglio delle commissioni competenti per l’approvazione.

Ma è altresì evidente che una ulteriore invasività cinese in Grecia, con “vista” sul costone balcanico e sul Mediterraneo orientale non sarebbe gradita agli Usa. Per cui il governo Tsipras si ferma e, di contro, pensa di acquistare gli F35 dagli Usa.

ALLEANZE

Dal momento in cui il Pentagono ha intrapreso la strada del progressivo disimpegno dalla base turca di Incirlik, la Grecia è diventata un partner diverso per Washington, con una nuova vocazione militare e geopolitica. Non solo nel paese sono state individuate tre nuove basi che faranno da hub per uomini e mezzi a stelle e strisce, ma il ruolo complessivo ellenico ha cambiato pelle anche alla luce delle evoluzioni del dossier energetico e della contrapposizione sul punto di Ankara. Come dichiarato ripetutamente, Erdogan non intende fare marce indietro circa le rivendicazioni sul gas a Cipro su cui sono impegnati primari players come l’americana Exxon Mobile, forte di ottimi risultati.

Atene, con Nicosia e Tel Aviv, nell’ultimo triennio ha dato vita ad una sorta di triumvirato del gas per la realizzazione del nuovo gasdotto Eastmed, e per gestire la mole di giacimenti rinvenuta al largo di Cipro e di Israele. Una presenza, quella Usa in Grecia, che vede la regia sotterranea dell’ambasciatore Jeoffrey Pyatt, in precedenza di stanza a Kiev e molto esperto in materia energetica.

5G

Capitolo telecomunicazioni. Attualmente la banda larga in Grecia procede a macchia di leopardo anche per via della crisi. I tre maggiori players, Wind Hellas, Vodafone Grecia e Cosmote, hanno ottenuto ingenti prestiti per costruire reti di nuova generazione basate sulla fibra ottica e raggiungere così gli obiettivi europei della banda larga previsti per il 2025. Ma la Grecia resta l’unica in Europa con una mono rete di accesso e senza una piattaforma via cavo.

Per cui pur avendo il legislatore dato il via libera al rilascio dello spettro nella banda 3,4-3,8 GHz per l’uso 5G, anticipando le aste dello spettro che si terranno nel 2019, solo dallo scorso ottobre Wind Hellas ha annunciato di voler provare 5G durante il 2019, inizialmente nella sola città di Kalamata. Per cui al momento non c’è il rischio “italiano” legato a Hawuei.

SCENARI

Il nuovo fil rouge ellino-americano si trova evidente alla voce sicurezza. In questi giorni si sta svolgendo una imponente esercitazione aerea in Grecia, con la partecipazione di Usa, Emirati Arabi, Israele e Italia con partenza dalla base di Andravida, nel Peloponneso, uno degli scali scelti dagli Usa, dove sono giunti anche gli F35 italiani e i Tornado.

La mossa è la risposta all’esercitazione messa in atto due settimane fa dalla Turchia nell’Egeo, la più grande per numeri di mezzi della storia turca. Atene dunque, dopo aver appena ammodernato i suoi 90 F16 e acquistato alcuni elicotteri Kiowa dagli Usa, potrebbe essere uno dei nuovi clienti di alcuni F35, assieme a Romania e Polonia come detto alla Reuters da un funzionario del Pentagono. Il vice ammiraglio Mathias Winter, capo dell’ufficio del Pentagono dell’F-35, ha affermato che “i futuri potenziali clienti delle vendite militari straniere includono Singapore, Grecia, Romania, Spagna e Polonia”.

twitter@FDepalo

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