Anno 2088. In una città immaginaria, l’innovazione tecnologica si è così evoluta al punto da mutare la vita, le abitudini e le interazioni sociali dei suoi cittadini. Finché le meraviglie della rivoluzione digitale hanno cominciato a far emergere anche i primi rischi. È questa l’ambientazione di Cybercity Chronicles, nuovo videogioco di “edutainment” promosso dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con l’obiettivo di “sensibilizzare gli studenti italiani – ma anche i professori e le famiglie – all’uso positivo, corretto e consapevole di Internet, dei social media e delle nuove tecnologie”.
L’EVENTO
Il videogame, rivolto in particolar modo agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, è stato lanciato oggi non a caso presso una scuola di Roma, l’Istituto Comprensivo Regina Margherita, alla presenza del dirigente scolastico Pasqualina Mirarchi, dei vertici dell’intelligence italiana – a cominciare dal direttore del Dis Gennaro Vecchione -, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, della direttrice per l’Intelligenza Artificiale e l’industria digitale della Commissione europea Lucilla Sioli, del capo di Gabinetto del Miur Giuseppe Chiné e del Presidente dell’Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani, Marco Saletta.
L’APP
L’ideazione di questa app per smartphone e tablet, già scaricabile, nasce nell’ambito della campagna ‘Be Aware. Be Digital’ della Sicurezza Nazionale. Si tratta di una action adventure in stile “cyber-classic”, dal momento che la narrativa del videogioco riprende il mito di Teseo e Arianna, riadattato in un’ambientazione cyberpunk.
Contiene sfide da affrontare, ricerca di amici con cui consigliarsi, nemici da combattere ed enigmi da risolvere attraverso mini-game. Obiettivo finale è vincere, naturalmente, ma soprattutto apprendere quanto la Rete possa semplificare la vita e intrattenere, ma talvolta nascondere pericolose insidie se non la si padroneggia. A tal fine, all’interno del gioco si trova un “Cyberbook”: un glossario per familiarizzare con i principali termini utilizzati nel mondo della cyber security.
IL PROGETTO DEL DIS
“La sicurezza”, ha detto nel suo intervento il generale Vecchione, “è un tema che riguarda tutti i cittadini e la scelta di realizzare un video giochi punta a sensibilizzare anche i più giovani sui rischi connessi alla minaccia cyber”, per contrastare la quale il Dis ha un vice direttore dedicato, il professor Roberto Baldoni. “I nostri sforzi e gli sforzi del comparto intelligence – ha aggiunto – sono per un utilizzo sempre più consapevole delle nuove tecnologie e sono imperniati sulla idea della libertà digitale ma per essere liberi bisogna usare la testa e essere consapevoli di quelle minacce che mettono a rischio proprio le nostre libertà”, ha concluso.
IL MONITO DI CONTE
“Attenti a non diventare dipendenti da questa tecnologia, che deve essere un mezzo e non diventare mai un fine”, ha poi esordito il premier Conte, ricordando la sua esperienza di professore universitario ma anche di padre, e chiedendo agli studenti: “Cosa sapete della tecnologia? Dobbiamo capire cosa significa: lo sviluppo economico e commerciale, tutto passa per internet perciò diventiamo dipendenti. La Rete è diventata globale. È uno strumento formidabile. Chi è fuori, si sente perso”. Altro aspetto delicato dell’uso della rete sono i social network: “Tutti possono dire tutto senza censura ma questa libertà rischia di avere anche insidie perché qualcuno governa queste informazioni, chi gestisce questa rete e possiede le informazioni. Di qui l’esigenza di regolamentare il settore e il problema di chi lo controlla”. Inoltre con “molta facilità sulla rete possiamo offendere qualcuno e le offese sono molto più perniciose perché rimangano lì, è difficile rimuoverle. C’è un diritto costituzionale ad accedere ad Internet, tutti devono accedere, chi resta fuori rischia non poter partecipare a dibattito. Dall’altro lato però ci deve essere il rispetto”. Infine l’invito di Conte ai ragazzi ad “usare con parsimonia” la comunicazione sui social, “ogni tanto guardatevi negli occhi. Stiamo perdendo il senso della comunicazione anche fisica”.