“Una chiamata alle armi rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni”, perché la sicurezza nazionale coinvolge l’intero Paese. È stato questo lo scopo dell’evento promosso dal ministero della Difesa guidato da Elisabetta Trenta e organizzato oggi a Centocelle, alle porte di Roma, nella sede del segretariato generale della Difesa e direzione nazionale armamenti. L’obiettivo? Presentare al pubblico il progetto “Duplice uso sistemico: impiego innovativo delle Forze armate al servizio del Paese”, con il coinvolgimento dei tanti ministeri interessati alla proficua collaborazione con la Difesa.
LE PAROLE DELLA TRENTA
Il convegno ha infatti fuso insieme le due parole-chiave già esplicitate dal ministro Trenta nella presentazione delle linee programmatiche del suo dicastero: dualità e resilienza. “Duplico uso sistemico – ha spiegato il ministro – significa offrire una risposta collaborativa, intergovernativa pianificata”, la quale “contribuirà a rendere il sistema-Italia più resiliente”. Quella che arriva da Centocelle è dunque “una Difesa innovativa, in grado di contrastare minacce a sicurezza e calamità, integrandosi nel sistema-Paese”, ha aggiunto la Trenta. L’esigenza è duplice: mettere insieme le risorse talvolta disperse in più rivoli, e affrontare minacce ormai difficilmente relegabili in un solo contesto militare. Difatti, ha rimarcato il ministro, “in futuro la Difesa sarà sempre più coinvolta in attività in cui i confini saranno meno definiti a causa della cosiddetta minaccia ibrida; ecco perché è fondamentale promuovere e consolidare il concetto di duplice uso sistemico delle Forza armate”.
IL CONTRASTO AI CRIMINI AMBIENTALI
A dimostrare quanto innovativo possa essere l’impiego delle capacità e competenze militari al servizio del Paese, Francesco Giorgino ha intervistato a Centocelle molteplici rappresentanti di altri dicasteri. Dai droni per controllare la terra dei fuochi, ai presidi militari su siti considerati sensibili, fino al monitoraggio garantito dalle costellazioni satellitari a uso duale, l’ambiente è tra i settori che più di tutti può beneficiare di alcune capacità delle Forze armate. Lo ha ricordato il sottosegretario al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Salvatore Micillo, che ha notato come lo stesso titolare del dicastero, Sergio Costa, sia un appartenente al comparto militare.
TRA BENI CULTURALI, INFRASTRUTTURE…
Ma dal monitoraggio dell’ambiente a quello focalizzato sui beni culturali il passo è breve. Droni e satelliti a uso duale (a partire dal sistema made in Italy Cosmo-SkyMed) già contribuiscono in modo considerevole alla tutela del patrimonio culturale nazionale. Ne ha parlato Alfonsina Russo del Mibac, direttore del parco archeologico del Colosseo e parco archeologico di Pompei. Si tratta di riuscire “a monitorare e manutenere in modo programmato” alcuni dei beni più preziosi che può vantare il Paese. Poi, c’è l’impatto che le stesse capacità possono avere sulle infrastrutture, spiegato da Costantino Fiorillo, intervenuto a Centocelle in rappresentanza del dicastero guidato da Danilo Toninelli. “C’è una strettissima sinergia tra il mondo civile e quello militare nel settore dei trasporti”, ha spiegato Fiorillo. Lo scorso settembre, dopo la tragica caduta del ponte Morandi, il ministero dell’Istruzione, l’Agenzia spaziale italiana e il Consiglio nazionale delle ricerche hanno annunciato una collaborazione legata alla possibilità di controllare gli oltre 40mila edifici scolastici italiani attraverso Cosmo-SkyMed.
…E GESTIONE DELLE EMERGENZA
Ciò si lega a un’altra possibilità di impiego delle Forze armate, quella in casi di emergenze e calamità naturali. “Oggi – ha spiegato il capo Dipartimento Protezione civile Angelo Borrelli – le Forze armate concorrono a tutte le attività di supporto, anche nell’assistenza alle popolazioni colpite, contribuendo altresì alle attività di sicurezza dei territori”. Da parte sua, pure nei tragici casi più recenti, la Protezione civile ha sempre trovato “Forze armate pronte e disponibili a collaborare”.
LA CYBER-SECURITY
Ma se c’è un ambito su cui il confine tra civile e militare è più labile, e senza dubbio quello dello spazio cibernetico. A sottolinearlo è stato il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, che sul tema ha ricevuto da tempo la delega dal ministro Trenta. “Contrastare la minaccia cibernetica significa tutelare tutto il sistema-Paese”. In tal senso, ha aggiunto, “è essenziale puntare sulla interoperabilità nel campo della cyber-security”. Proteggere infrastrutture critiche, aziende strategiche e istituzioni è un compito che coinvolge il settore militare così come quello civile.
NON PERDERE DI VISTA IL PRIMO COMPITO DELLE FORZE ARMATE
Eppure, tra tanti utilizzi duali, “la stella polare dell’impiego delle Forze armate resta il compito primario ad esse assegnato: la difesa del territorio nazionale, in tutti i domini”, ha aggiunto Tofalo. L’estensione semantica del termine “difesa” fino al concetto di “sicurezza collettiva” non deve confondersi con una trasformazione della natura stessa dello strumento militare. Lo ha spiegato anche il ministro Trenta: “Difendere lo Stato è la prima missione delle Forze armate e come tale deve sempre essere mantenuta”. Certo, l’evoluzione del contesto securitario e l’emersione di minacce che fondono insieme elementi militari con quelli economici, finanziari, ambientali e informatici, deve portare il Paese “ad agire tutto insieme”. In altre parole, ha detto concludendo la Trenta, “la resilienza non può essere realizzata da una sola amministrazione; la Difesa ha grandi capacità ed è per questo che stiamo lavorando a un uso sistemico a servizio di tutto il Paese”.