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Gli F-35 arrivano in Medio Oriente. Ecco come gli Usa si rafforzano

Medio Oriente

Rafforzare la pressione sui talebani in Afghanistan e debellare le ultime sacche di resistenza dello Stato islamico nella regione. È per questo che l’Aeronautica degli Stati Uniti ha dispiegato, per la prima volta, gli F-35 in Medio Oriente. I velivoli dei 388esimo e 419esimo Fighter Wing dell’Usaf sono arrivati presso la base di Al Dhafra, negli Emirati Arabi.

“Quando si tratta di avere un ‘quarterback’ tra le forze congiunte della coalizione, l’F-35A interoperabile è chiaramente l’aereo per ricoprire un ruolo di leadership“, ha spiegato il generale e capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica americana, David L. Goldfein, esprimendo la propria soddisfazione per l’impiego di questo sofisticatissimo velivolo. È bene sottolineare come tale decisione sia maturata in seguito al recente ritiro (febbraio 2019) degli stealth fighter F-22 Raptors, che dopo cinque lunghi anni di continue attività, hanno abbandonato il teatro mediorientale. Difatti, anche se in un primo momento tali velivoli erano stati sostituiti dai più “obsoleti” F-15C, il Comando centrale dall’Aeronautica degli Stati Uniti, considerata l’importanza strategica della regione, ha deciso di schierare un sostituto di maggior pregio.

IL QUARTERBACK

Riguardo alle caratteristiche specifiche di questo nuovo player, il Comando centrale ha sottolineato come gli F-35A offrano una maggiore capacità operativa, combinando funzionalità avanzate di furtività con i più moderni sistemi d’arma. Il generale Joseph T. Guastella, comandante del Comando centrale dell’Aeronautica degli Stati Uniti, ha affermato: “Stiamo aggiungendo un sistema di armi all’avanguardia al nostro arsenale che migliora significativamente la capacità della coalizione”. I sensori integrati e la survivability che questo velivolo fornisce alla forza congiunta, ha aggiunto, “miglioreranno la sicurezza e la stabilità all’interno del teatro e serviranno come deterrente per gli aggressori”. Infatti, il velivolo è stato progettato per elaborare grandi quantità di dati provenienti dal campo di battaglia, integrandole e condividendole con tutte le forze armate presenti nell’area. Stando alla nota del Comando centrale, gli F-35-A possiedono uno dei pacchetti di sensori integrati tra i più potenti e completi al mondo, in quanto avranno il compito di contrastare potenziali minacce al fine di assicurare la superiorità aerea in diversi scenari.

IL CAMPO

Il loro recente schieramento presso la base di Al Dhafra, oltre a rappresentare un evidente rafforzamento della presenza americana in Medio Oriente, è senza alcun dubbio un forte segnale politico. Difatti è probabile che quest’ultima decisione sia solo il sintomo di una situazione estremamente complessa. Se da una parte si è assistito al progressivo indebolimento dello Stato islamico e all’intensificarsi delle pressioni militari contro le forze talebane (lo scorso settembre sono stati schierati degli F-35 in Afghanistan), è certamente vero che entrambi questi fenomeni sono ancora presenti sul campo. In questo contesto, il potenziamento delle forze aeree americane nella regione apparirebbe come un chiaro messaggio per tutti quegli attori presenti sul territorio.

LA PARTITA

Negli ultimi anni la situazione in Medio Oriente è diventata sempre più complessa e svariati attori, sia internazionali che regionali, stanno mettendo in atto le proprie strategie. In questa fitta rete di relazioni, non sorprende che gli Stati Uniti stiano continuando a ricoprire un ruolo di prim’ordine, preparando una serie di mosse nello scacchiere geopolitico. Indubbiamente, le alte sfere di Washington ritengono che la partita sia tutt’altro che conclusa visto che le forze estremiste sono ancora presenti sul territorio e Teheran continua a esercitare la propria influenza nella regione.



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