“Il futuro dell’agroalimentare è nella food security, la priorità di tantissimi Paesi, tra cui anche l’Italia, impegnati nel rendere sempre più sostenibile la filiera agroalimentare, questo è l’asset del futuro e noi stiamo cercando di farlo capire all’intero ecosistema italiano”. Marco Gualtieri spiega a Formiche.net i passi avanti della quinta edizione di Seeds&Chips, il Global Food Innovation Summit che si terrà dal 6 al 9 maggio 2019 a Fiera Milano Rho dove si sono dati appuntamento centinaia di ospiti da ogni parte del pianeta, con protagonisti i giovani innovatori ma anche l’Africa che sarà al centro del dibattito.
Nella quattro giorni una autorevole rappresentanza istituzionale del continente africano parteciperà sia con un padiglione dedicato nell’area espositiva, sia con la presenza, come speaker d’eccezione, di personalità del calibro di Sarah Mbi Enow Anyang Agbor, commissaria per le risorse umane, la scienza e la tecnologia dell’Unione Africana, Olusegun Obasanjo, ex presidente della Nigeria insieme ai rappresentanti del Forum dei Re, l’organizzazione che riunisce principi, sceicchi e leader dei paesi africani attorno ai temi della pace, dello sviluppo economico e della cooperazione socio-culturale. Ma ci sarà anche l’attore Alec Baldwin, impegnato attivamente in campagne in favore dell’ambiente e della sostenibilità, Kerry Kennedy, presidente del Robert F. Kennedy Human Rights, da sempre attiva nella difesa dei diritti umani e la principessa Viktoria de Bourbon de Parme, promotrice e sostenitrice dei giovani agricoltori di Paesi in via di sviluppo. Per l’Italia il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, quello dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ma anche i presidenti di regione Attilio Fontana per la Lombardia e Michele Emiliano, per la Puglia fino ad Enrico Giovannini, direttore ASviS Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Tutti accumunati dall’obiettivo di accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite e la salvaguardia del futuro dell’umanità e del Pianeta.
Un grande parterre ma quale è la principale novità della nuova edizione di Seeds&Chips?
L’obiettivo, mai scontato, è sempre lo stesso: accelerare il processo di innovazione della filiera agroalimentare italiana e soprattutto fare in modo che questa opportunità di sviluppo economico rimanga in Italia il più possibile. Siamo nati come un evento internazionale e questo elemento sarà molto presente anche dal 6 al 9 maggio a Milano. Questo anno in particolare, sette Paesi hanno deciso di essere partner di Seeds&Chips come Israele, Australia, Francia, Germania, Slovenia, San Marino e Libano. Milano sarà la caput mundi della food innovation.
L’Italia alla questione del cibo ha dedicato l’Expo di Milano che è stato un grande successo. Ma cosa è rimasto di quella esperienza?
Quello che stiamo facendo noi è proprio questo: portare avanti quell’enorme patrimonio che è stata Expo non come evento per il pubblico ma soprattutto per parlare del futuro del cibo sempre più legato al tema dell’innovazione e della sostenibilità. Dal marzo del 2015 ci siamo presi l’onere di portare avanti questa grande eredità. Ancora nel mondo, tra gli addetti a lavori, c’è un’attenzione all’Italia su questo tipo di tematiche. A Seeds&Chips 2019 parteciperanno infatti i rappresentanti di alcune agenzie dell’ONU che si occupano di alimentazione, della FAO, della Regione Lombardia, che conoscono la nostra realtà e condividono il lavoro che portiamo avanti da anni.
La filiera dell’agroalimentare italiana è molto frammentata. Come si può riuscire ad essere competitivi nei mercati internazionali se mancano grandi player nazionali?
Bella domanda, secondo me è quella del creare dei modelli, e noi ci stiamo lavorando, che diano ai piccoli e medi operatori dei nuovi strumenti per crescere. La sfida è questa: sviluppare dei piani che possano essere accessibili per gli operatori agricoli. Faccio un nome su tutti: abbiamo creato una startup, Emerge che sta sviluppando una piattaforma per vendere l’agroalimentare nel mondo che se funziona cambia completamente il paradigma. La mia chiamata è proprio questa: unitevi a noi che con questo modello virtuoso ed efficiente possiamo vincere la sfida dell’internazionalizzazione del nostro tessuto agroalimentare.
Puntate molto sull’agricoltura di precisione cosa vuol dire esattamente?
È vero questo è un settore che varrà miliardi per il comparto nei prossimi anni. Significa mettere a sistema le nuove tecnologie per il mondo agricolo. Stiamo lavorando ad un progetto per creare in Italia un sito che punti proprio a questo, mettere insieme le tecnologie hi-tech che permettano alle imprese agricole di raccogliere informazioni per intervenire in modo più oculato sfruttando l’integrazione dei dati provenienti da sensori, droni e satelliti. Tutto questo flusso di dati può dare all’imprenditore agricolo una mappatura completa del suo processo produttivo, utile per non sprecare risorse preziose come l’acqua oppure ridurre l’uso di sostanze nocive come i pesticidi o i fertilizzanti. Insomma adattare l’intelligenza artificiale, il 5G, i big data, i cloud al settore agricolo.
“Ci avete rotto i polmoni” gridavano i ragazzi (e non solo) scesi in piazza per salvare il pianeta insieme all’attivista Greta Thunberg…ma al di là delle manifestazioni cosa si può davvero fare?
Ma quanti ragazzi esistono come Greta? Pochi sanno che nel mondo ci sono tanti giovani e giovanissimi che si impegnano per cambiare le cose, che progettano soluzioni innovative per la salvaguardia dell’ambiente e per incentivare stili di vita più sostenibili. Questi ragazzi sono da sempre i protagonisti di Seeds&Chips, come Ayrton Cable ad esempio, che già tre anni fa, all’epoca 13enne, fu per me fonte di grande ispirazione. Questa generazione, quella nata nel 2000, è davvero impegnata a salvare il pianeta perché possiede un modo diverso, molto digitale e tecnologico, di analizzare il problema. Greta è l’icona di questi teenovators che ha acceso il dibattito sulla sostenibilità ambientale e noi la sosterremo con convinzione sperando che il tema possa avere un coinvolgimento sempre maggiore nelle politiche governative e non solo
Perché l’Italia è così indietro rispetto agli obiettivi Onu sulla sostenibilità (SDGs)?
Perché questi temi non sono entrati prepotentemente nel dibattito politico. In verità non siamo davvero così indietro rispetto ad altri Paesi e spero che l’Italia faccia il cosiddetto “salto della rana”: parta un pochino dopo per poi posizionarsi invece come protagonista nel rendere la filera agroalimentare sempre più sostenibile per il bene del nostro pianeta.